La morte di Provvy Grassi: in appello assolti i funzionari del Cas
La seconda sezione penale della corte d’appello presieduta dal giudice Bruno Sagone e composta dalle colleghe Daria Orlando e Silvana Cannizzaro, ha totalmente riformato la sentenza di condanna di primo grado per la tragedia della 27enne Provvy Grassi volata con l’auto dalla Tangenziale e trovata dopo mesi in una scarpata. Ha assolto con la formula “per non aver commesso il fatto” i tre funzionari del Cas - all’epoca dei fatti - Gaspare Sceusa, Letterio Frisone e Maurizio Maria Trainiti, che erano finiti sotto processo per omicidio colposo aggravato per un caso che destò interesse per mesi non solo in città ma in tutta Italia. I giudici hanno deciso pure la revoca dei risarcimenti.
La prima sezione penale presieduta da Letteria Silipigni aveva accolto le richieste del pubblico ministero Roberto Conte, con qualche sconto: un anno per Maurizio Trainiti, ex direttore generale di Catania in atto in servizio al Comune di Catania, un anno per Lelio Frisone con pena sospesa, che andrà in pensione il prossimo mese, e due anni per Gaspare Sceusa.
L’incidente mortale del luglio 2013 lungo la tangenziale PalermoMessina, in corrispondenza del viadotto Bordonaro, che causò la morte della commessa 27enne Provvidenza “Provvy” Grassi. Tutto questo per un “buco”, una mancanza di continuità protettiva tra la barriera di protezione e il tratto immediatamente successivo all’uscita della galleria. Un incidente che per mesi venne classificato come un caso di scomparsa, visto che i resti dell’auto e il corpo della povera ragazza vennero ritrovati a distanza di parecchio tempo in una scarpata.