Mario Melazzini (indagato a Messina) torna al lavoro all’ospedale Niguarda. «Nessuna incompatibilità con le misure cautelari»
Fine delle ferie «forzate» per Mario Melazzini, direttore sanitario dell'ospedale Niguarda, indagato dalla procura di Messina nell'inchiesta sul centro clinico privato «Nemosud». Il 15 maggio scorso il medico 65enne si è preso un periodo di vacanza di dieci giorni, in attesa di capire se le misure cautelari scattate per lui - il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione ed esercitare l'impresa in ambito sanitario - lo obbligassero a sospendersi dall'incarico.
Il 20 maggio, accompagnato dall'avvocato Salvatore Stivala, ha preso parte all'interrogatorio a Messina e ha risposto per un'ora e mezzo alle domande della gip Claudia Misale e del pm Piero Vinci, «dando ampie notazioni esplicative a chiarimento della sua estraneità a qualsiasi attività contra legem», specifica l'avvocato. «Melazzini ha posto in chiara evidenza che non ha mai percepito emolumenti per le attività di Nemo e Nemosud», aggiunge il legale, che annuncia l'invio a Messina di una ulteriore «memoria esplicativa». Sono anche stati chiesti chiarimenti rispetto alla possibilità, per il medico, di continuare a lavorare come manager nella sanità pubblica. Non sarebbero emerse incompatibilità con le misure interdittive. Di conseguenza, lunedì Melazzini è rientrato dalle ferie.
L'inchiesta «Nemosud», ricordiamolo, è stata avviata nel 2019 a seguito della denuncia di un medico e conta nove indagati per peculato e corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio. Melazzini è coinvolto in qualità di ex presidente della fondazione Aurora onlus, che gestiva il centro clinico privato a Messina. Oltre a lui sono indagati Alberto Fontana, 52 anni, a sua volta ex presidente della fondazione Aurora onlus, Giuseppe Laganga Senzio, 47 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico messinese, Giuseppe Pecoraro, 75 anni, commissario straordinario del Policlinico, Paolina Reitano, 64 anni, ex direttrice sanitaria del Policlinico, Marco Restuccia, 60 anni, direttore generale del Policlinico, Giuseppe Vita, 72 anni, medico dirigente dell'unità operativa di Neurologia del Policlinico, l'attuale assessore regionale alla Sanità Giovanna Volo, 68 anni, ex direttore sanitario dell'ospedale universitario, Michele Vullo, 68 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico.
Secondo il medico dalla cui denuncia è partita l'inchiesta, all'epoca in servizio al Policlinico di Messina, nell'ospedale si erano verificate svariate irregolarità nella gestione del centro clinico privato «Nemosud», costituito nel 2012 e dedicato all'attività di riabilitazione neurologica. A partire dal 2012 e sino al giugno 2021 (anno di chiusura del centro clinico), dunque, attraverso la stipula di convenzioni, sempre più vantaggiose per la struttura, si sarebbe consentito a una clinica privata di operare in un ospedale pubblico, con costi a carico dell'erario, in assenza dell'autorizzazione e dell'accreditamento della Regione siciliana. È emerso inoltre che i dirigenti dell'epoca del Policlinico avrebbero esternalizzato, arbitrariamente, in favore del centro privato, le prestazioni di neuro-riabilitazione, stornando il rimborso delle spese da parte del Servizio sanitario regionale. Gli indagati avrebbero, quindi, distratto fondi pubblici, destinando al centro clinico «Nemosud» rilevanti somme di denaro appartenenti alla struttura pubblica.
L'inchiesta siciliana crea preoccupazioni nel consiglio regionale della Lombardia, scrive oggi corriere.it. In particolare, il capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino chiede all'assessore al Welfare Guido Bertolaso di «chiarire le sue valutazioni rispetto alla vicenda di Melazzini che pare essere molto complicata. Lo diciamo, sia chiaro, ritenendo Nemo un’esperienza straordinaria che non vorremmo venisse travolta dall’affare Melazzini». Mentre il M5s ha depositato una interrogazione sul tema. FOTO: EDG