LE FOTO – L’INCHIESTA SULLA NEMO SUD, CONCLUSI GLI INTERROGATORI DAVANTI ALLA GIP MISALE
Foto di Enrico Di Giacomo - E’ stata una lunga mattinata di interrogatori nell'aula Nastasi, davanti alla gip Misale, alla presenza del sostituto procuratore Piero Vinci, per cinque dei nove indagati con l'ipotesi di reato a vario titolo di peculato e corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, nell'inchiesta della procura di Messina sui rapporti tra il Policlinico e il centro clinico di riabilitazione neurologica Nemo Sud che è sfociata nella giornata di martedì in una serie di sequestri di beni per complessivi 11 milioni di euro. Ad essere ascoltati oggi dalla giudice per le indagini preliminari sono stati il prof Giuseppe Vita e gli altri indagati sospesi, Alberto Fontana, ex presidente della Fondazione Aurora onlus (che gestiva il centro clinico Nemo Sud a Messina), l'ex direttore generale del Policlinico Marco Restuccia, l’ex presidente della Fondazione Aurora, Mario Giovanni Melazzini, e l’ex direttore amministrativo del Policlinico di Messina Giuseppe Senzio Laganga.
Per Fontana, Laganga Senzio, Melazzini e Vita la gip ha applicato la misura interdittiva cautelare della durata di un anno del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare impresa in ambito sanitario. Per Restuccia invece si è riservata quando ha emesso la misura cautelare, quindi dovrà decidere se irrogarla o meno nei prossimi gironi, dopo averlo sentito nell'interrogatorio di oggi.
Laganga, accompagnato dall’avvocato Nino Favazzo che lo assiste assieme al collega di Catania Carmelo Peluso, è stato il primo a giungere in Tribunale, intorno alle 9.30, e ad andare via poco dopo: ha infatti scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.
E’ durato poco anche il confronto con Giovanni Melazzini, che nei giorni scorsi si è auto sospeso dalla carica di direttore sanitario dell'ospedale Niguarda. Assistito dall’avvocato Salvatore Stivala, Melazzini ha risposto e si è difeso, fornendo anche della documentazione.
E’ stato interrogato in collegamento video da Milano Alberto Fontana, indagato in veste di presidente della Fondazione Aurora all’inizio del decennio. Difeso dall’avvocato Bonaventura Candido, Fontana ha scelto di rispondere alle domande del giudice, difendendosi dalle accuse di aver mantenuto in vita la convenzione tra il Policlinico di Messina e il centro Nemo sud, malgrado l’assenza dei criteri e di autorizzazioni regionali. Il numero uno della Fondazione Aurora ha depositato una corposa memoria difensiva.
Faccia a faccia col gip anche per il professore Vita, anche lui difeso dall’avvocato Candido (foto copertina). L'ex direttore del centro clinico NemoSud e medico dirigente dell'Unità operativa di Neurologia del Policlinico oggi in pensione, ha risposto a tutte le domande della giudice ed anche lui, in un confronto andato avanti a lungo e cominciato poco dopo le 13, ha difeso strenuamente il suo operato, respingendo gli addebiti penali. Il suo legale ha presentato alla gip una istanza per revocare le misure, in particolare per quel che riguarda il sequestro, disposto fino a 20 mila euro.
L’avvocato Candido, al termine degli interrogatori, ha rilasciato una lunga dichiarazione. Eccola: «Entrambi i miei assistiti hanno risposto in maniera puntuale a tutte le domande e sollecitazioni del Gip e del Pm. Si sono poi soffermati su ogni aspetto delle accuse da cui sono stati attinti producendo documentazione che dimostra in modo inoppugnabile che gli stessi non hanno tenuto condotte meno che lecite e che sono, quindi, esenti da qualsiasi responsabilità. In merito alle criticità della convenzione è emerso in modo chiaro che l’iter amministrativo è stato curato dalla Regione di concerto con il Policlinico. La Regione ha quindi autorizzato la stipula della convenzione ed ha poi effettuato ispezioni varie all’esito delle quali non ha mai rilevato nulla di irregolarità. Assessori, funzionari regionali, responsabili del Policlinico e dell’Università hanno concertato, predisposto, autorizzato e monitorato la convenzione, le sue proroghe e la sua esecuzione… di cosa avrebbero dovuto preoccuparsi un neurologo ed i rappresentanti del Nemo che si occupavano solo di pazienti e sofferenze? È stato anche dimostrato: 1) che il prof. Vita fu autorizzato con regolare delibera del Policlinico ad assumere l’incarico (durato solo 9 mesi) di responsabile sanitario del Centro Nemo; 2) che Policlinico ed Università avevano loro rappresentanti nel Cda che non hanno mai rilevato nulla di irregolare; 3) che il Policlinico aveva distaccato presso Nemo proprio personale (remunerato) che si occupava della rendicontazione; 4) che il dott. Fontana ha semplicemente sottoscritto la proroga di una convenzione che prima di lui altri avevano già stipulato nel 2012 e prorogato nel 2015; 6) che mai Nemo ha emesso una fattura se prima il Policlinico non accertava la sussistenza delle condizioni per liquidarla.
In conseguenza delle odierne dichiarazioni - ha concluso il legale -, l’Ufficio di Procura dovrà rivedere questa vicenda sotto una diversa luce ed anche valutare l’operato di ben altri protagonisti. Nei prossimi giorni - in attesa della decisione del Gip sulla richiesta di revoca della misura a carico del prof. Vita -, valuterò le ulteriori azioni da porre in essere a difesa dei miei clienti, della cui totale innocenza sono più che convinto».
Interrogatorio di garanzia infine anche per l’ex direttore generale del Policlinico Mario Restuccia. Difeso dagli avvocati Carmelo Vinci ed Arturo Merlo, Restuccia ha parlato, chiarendo il suo ruolo e la sua posizione all’interno delle vicende contestate, che vanno complessivamente dal 2013 al 2021. "Il dottor Restuccia ha risposto ad ogni domanda del pm, del gip e dei difensori. Ha prodotto ampia documentazione in relazione alle sue dichiarazioni. Il dott. Restuccia si dichiara fiducioso nel lavoro della magistratura", ha dichiarato l'avvocato Vinci. Per lui la Procura ha chiesto la sospensione dalle funzioni e la giudice per le indagini preliminari Misale si è riservata di decidere.