Accusato di estorsione: la Cassazione annulla la condanna dell’imprenditore Immacolato Bonina
I giudici della seconda Sezione della Corte di Cassazione hanno annullato la sentenza di condanna per il reato di estorsione che era stata inflitta all'imprenditore Immacolato Bonina. Ne dà notizia il quotidiano Gazzetta del sud. La Suprema corte ha infatti stabilito che dovrà essere celebrato un nuovo processo, in diversa composizione della Corte di Appello. Infatti i giudici della Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dalla difesa dell’imputato, hanno annullato con rinvio la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Messina con la quale si decideva la condanna di Bonina per il reato di estorsione. Sia il Tribunale di Barcellona, in primo grado, che la Corte di Appello di Messina, in secondo, avevano ritenuto sussistente la fattispecie estorsiva così che a Bonina, a seguito della rideterminazione della pena operata in grado di Appello, era stata inflitta la condanna alla pena di 5 anni e 3 mesi di reclusione, oltre la multa e le sanzioni accessorie. In primo grado la pena era stata di 6 anni e 3 mesi.
Il processo, che ha riguardato il magnate dei supermercati, ha avuto per oggetto la contestazione del reato di estorsione al solo Immacolato Bonina, il quale, nelle funzioni di amministratore delegato della società che gestiva la piattaforma di acquisto e distribuzione delle merci destinate a tutti i supermercati del gruppo, la “C.s.r.s. spa”, “Centro supermercati regione Sicilia”, era stato accusato di avere coartato la volontà di 22 lavoratori dipendenti della stessa società che in precedenza non fu ammessa al concordato preventivo e dichiarata fallita il 30 novembre del 2016. Bonina, infatti, in qualità di amministratore del “C.s.r.s. Spa”, fu poi accusato di aver costretto i lavoratori alla sottoscrizione del contratto di solidarietà, così ottenendo un profitto ingiusto con correlato danno per le persone offese.
Immacolato Bonina è stato difeso dall’avvocato Francesco Aurelio Chillemi e dal professore avvocato Vittorio Manes. I legali delle parti civili, che hanno rappresentato i 22 ex dipendenti si sono costituiti in maggioranza con l'avvocato Antonino Centorrino, gli altri con gli avvocati Giorgio Leotti, Gianluca Pantano, e Carmelo Buccheri.