La TV a chilometro zero: ‘Mamma Carla’ racconta i suoi anni ’70 e ’80 a “Vite Spericolate”
Di Tonino Cafeo - "Vite spericolate – storie speciali di persone normali" è arrivata alla puntata numero 25 e prosegue il suo viaggio nella Messina degli anni '70.
Dopo il racconto delle radio libere fatto da Alfredo Reni e Antonio Lo Giudice è la volta di Carla Luvarà, la cantante folk che per tanti bambini di quarant’anni fa è stata semplicemente 'Mamma Carla' e ha tenuto loro compagnia per anni dagli schermi di Rtp, la più antica TV locale messinese e fra le prime a nascere in Italia nel lontano 1975.
Carla ci ha accolti nella sua piccola casa sulla riviera nord, un rifugio accogliente carico di ricordi e opere d’arte, e ci ha raccontato una storia per certi versi simile a una fiaba. Figlia di un pittore che è stato anche insegnante e dirigente di un istituto d’arte, cresce in un luogo storico di Messina che ora non esiste più: Villa Luce, di cui conserva bellissime foto d’epoca. La sua infanzia passa in modo simile a quella di tanti bambini del dopoguerra.
“Sono cresciuta in mezzo a soli adulti” racconta, “e non sono stata felice”, nonostante lo scenario magico in cui si è trovata a vivere. Alla passione per le arti visive ereditata dal padre si affianca presto quella per la musica. Alla fine degli anni sessanta, Carla Luvarà, giovanissima, incontra il patron dei Canterini Peloritani, Lillo Alessandro, e si aggrega alla compagnia seguendola in molte tournée in giro per l’Italia e l’Europa. È in questo periodo che affina le sue qualità di cantante e forma il proprio repertorio attingendo a piene mani al patrimonio immenso del folk siciliano.
A metà degli anni '70 è già una cantante affermata quando arriva la rivoluzione delle radio e delle televisioni “libere”. Una generazione di uomini e donne, giovani e meno giovani, in ogni località grande e piccola del paese, con pochi mezzi tecnici, spezza il monopolio di mamma Rai e inventa dal nulla un nuovo linguaggio meno paludato e “ufficiale” di quello visto e sentito fino ad allora. Si tratta di un fenomeno dall’impatto molto simile a quello che oggi hanno internet e i social e tantissimi artisti e creativi ci si buttano a capofitto. A Messina – fra gli altri – ci sono giornalisti come Mino Licordari e Attilio Raimondi e appassionati artisti eclettici e poliedrici come Lino Soraci e Lillo Alessandro.
È quest’ultimo a tirare Carla Luvarà dentro questa nuova avventura. Nei piccoli studi della Radio Televisione Peloritana, così si chiama quella che ancora oggi è l’emittente più longeva attiva sul territorio, si inventano nuovi programmi e “format” a getto continuo; muovono i loro primi passi nel mondo della televisione quelli che saranno i divi dei decenni seguenti come Nino Frassica. I cittadini sono sedotti dalla novità di una TV di prossimità, finalmente vicina al proprio mondo, e danno alle sue trasmissioni uno strepitoso successo.
Un bel giorno nasce l’esigenza di far nascere un programma rivolto ai bambini e ai ragazzi e così Carla Luvarà diventa Mamma Carla e intrattiene quotidianamente i piccoli e le loro famiglie con fiabe, canzoni, ricette di cucina, giochi a premi in studio e al telefono per chi segue da casa.
Dopo anni di grande popolarità però cambiano i tempi. Le televisioni da “libere” diventano commerciali e si impone il duopolio fra la Rai e la Fininvest di Silvio Berlusconi. Le TV cittadine continuano a esistere ma, sottoposte a una dura competizione con le grandi aziende, stentano ad andare avanti come prima e molti riflettori si spengono inesorabilmente.
Carla Luvarà attraversa questi anni difficili senza arrendersi mai. Per un certo periodo si da anche alle televendite ma non dimentica che il suo vero mestiere è quello di cantare. Con un repertorio rinnovato e allargato ai classici della soul music e della musica popolare brasiliana anima le serate della movida messinese e ancora oggi è possibile ascoltarla nella sua interpretazione di Garota de Ipanema o Desafinado.
Intanto è anche tornata in televisione con un fortunato programma che rievoca gli anni d’oro dello spettacolo in riva allo stretto e la sua fantasia è ricca di speranze e progetti per il futuro.