I NOMI – Avviati gli espropri per 450 abitazioni in attesa delle autorizzazioni al progetto. L’avviso pubblicato dalla società Stretto di Messina: 60 giorni per le osservazioni dei proprietari dei beni nelle aree del cantiere che verrà
La corsa continua. In attesa che ci sia un progetto definitivo vero approvato da un organo dello Stato, ministero Ambiente e Cipess per lo meno, il ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini, che sul Ponte si gioca un pezzo importante della campagna elettorale in vista delle Europee, ha fretta. E così ecco avviata a tempo di record la procedura per l’esproprio di 450 abitazioni tra Messina e Villa San Giovanni per fare spazio al futuro cantiere del Ponte sullo Stretto. L’amministratore delegato della società Stretto di Messina Pietro Ciucci ha firmato l’avviso pubblico che rimette in moto la macchina degli espropri avviata nel 2011. I residenti delle due sponde, Sicilia e Calabria, coinvolti dalla grande opera annunciano ricorsi e denunce.
Per 60 giorni, a partire dal prossimo 8 aprile, «i soggetti i cui beni sono interessati dalle procedure espropriative potranno avanzare le loro eventuali osservazioni», si legge nell’avviso. «Questa fase intermedia — dice l’ad Ciucci — consentirà a tutti gli interessati di prendere visione della documentazione progettuale relativa al piano degli espropri e formulare eventuali osservazioni».
La spa ha messo a disposizione due uffici, a Messina e a Villa San Giovanni per chi ha immobili o terreni che rientrano nelle aree del cantiere. Il tutto in base al progetto definitivo aggiornato dai privati del gruppo Eurolink che deve essere ancora approvato sia dal ministero dell’Ambiente sia dal Cipess: solo allora, formalmente, gli espropri diventeranno esecutivi con la dichiarazione di pubblica utilità delle aree.
L’avviso fa partire la macchina burocratica, diciamo, anche se il comitato scientifico nominato dalla stessa società Stretto di Messina nel dare parere favorevole in attesa del progetto esecutivo (quello che serve per aprire i cantieri) ha fatto ben 68 rilievi alle carte presentate dai privati: rilievi di non poco conto, che vanno dalle prove sismiche a quelle del vento, dalla tenuta dei tiranti all’utilizzo di un nuovo acciaio. Il ministro Matteo Salvini vuole che tutto si faccia in fretta e così ecco l’avviso per gli espropri.
Le famiglie coinvolte, 300 sulla costa siciliana e 150 in quella calabrese, annunciano barricate: «Io ho una casa dove vivo sempre, estate e inverno, da 22 anni — racconta a LaPresse Mariolina De Francesco — non è una seconda, terza o quarta casa, come dicono loro. Diecimila persone espropriate dove se ne vanno? In una città che in tante zone è già devastata comunque». «Questa storia è diventata un incubo», continua De Francesco. A Messina è stato creato un comitato che avvierà ricorsi per via legale: «Abbiamo fatto un comitato Capo Peloro e sono migliaia le persone interessate e che si stanno già muovendo, concorderemo le attività da portare avanti, sicuramente delle azioni legali congiunte per tutelare il territorio e per permettere a queste persone di restare nelle proprie abitazioni», dice Daniele Ialacqua della Rete No ponte.