Tutte le foto degli indagati – Il video – L’indagine su Maurizio Croce: Croce e Vazzana non rispondono al gip
fotografie e video di Enrico Di Giacomo -
Ha raggiunto con largo anticipo il Tribunale, per l'interrogatorio del gip, Maurizio Croce, l’indagato eccellente dell’inchiesta della procura coordinata dai pm Antonio Carchietti e Liliana Todaro, che vede complessivamente 11 indagati e che ha svelato un sistema corruttivo concernenti l'aggiudicazione e l'esecuzione di appalti promossi per l'appunto dal commissario di governo contro il dissesto idrogeologico per la regione Sicilia Maurizio Croce (arrestato dalla Guardia di Finanza con l’accusa di corruzione e finanziamento illecito ai partiti). Maurizio Croce era accompagnato dall’avvocato Piazza, in sostituzione dell’avvocato Fabrizio Biondo, difensore di fiducia dell’ex consigliere comunale. Ha lasciato Palazzo Piacentini dopo circa un'ora visibilmente infastidito dalla presenza dei fotografi, lasciandosi andare a un 'chiamo i carabinieri se non la smettete'.
Poco prima delle 10 hanno fatto il loro ingresso in Tribunale anche altri due indagati, l'ex direttore generale dell'Arpa, il 56enne Francesco Carmelo Vazzana, accompagnato dal legale Nunzio Rosso, e Giuseppe Capizzi (video), l'imprenditore responsabile della ditta aggiudicataria dei lavori di messa in sicurezza del torrente Cataratti-Bisconte, diventato nel frattempo sindaco di Maletto, in provincia di Catania.
Sia Croce che Vazzana si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, durante l'interrogatorio del gip Arianna Raffa alla presenza dei sostituti della Dda Liliana Todaro e Fabrizio Monaco. Scena muta anche da parte di Rossella Venuti, funzionaria dell'ufficio del commissario di governo contro il dissesto idrogeologico nella Regione Siciliana, per la quale è stata chiesta la sospensione, e di Antonino Cortese, funzionario comunale, difeso dall’avvocato Piero Pollicino. Per entrambi la giudice si è riservata la decisione sulla richiesta della Procura di sospenderli.
L'unico a non aver taciuto davanti al gip è invece il “grande accusatore”, l’imprenditore e sindaco di Maletto, Giuseppe Capizzi. Accompagnato dagli avvocati Alberto Gullino e Carmelo Peluso, ha confermato le dichiarazioni già messe a verbale e alla base delle accuse della Procura di Messina, senza aggiungere altro. Nessuno, in questa prima fase, ha depositato richieste né documenti particolari.