Ponte sullo Stretto, l’ad Ciucci contestato in consiglio comunale a Messina
Lo avevano annunciato e lo hanno fatto. All’arrivo a Messina di Pietro Ciucci, amministratore delegato della società incaricata di costruire il ponte sullo Stretto, gli attivisti dei diversi comitati contrari alla grande opera non sono rimasti in silenzio. Una protesta che nessuno è riuscito a placare e che ha interrotto, di fatto, l’audizione dell’ad della Stretto di Messina spa a Palazzo Zanca. I membri dei comitati “No ponte” sono entrati nell’aula comunale e, viste i cori di protesta, è stato il consigliere Pippo Trischitta, presidente della commissione sul ponte, a dichiarare la seduta ufficialmente sospesa. «Ho parlato con gli ospiti della nostra commissione e con le forze dell’ordine e si è deciso di procedere allo sgombero dell’aula e alla sospensione della seduta», ha affermato Trischitta tra urla e fischi generali. «Sappiamo benissimo che il piano espropri è in questo momento il tema più importante e delicato a cui dobbiamo dedicare il massimo dell'attenzione», ha commentato, alla fine, Ciucci dopo essere stato contestato.
«Buffone», «No al ponte sullo Stretto», «Giù le mani dalle nostre case», gli slogan invocati dai manifestanti. «Ciucci te lo abbiamo promesso – hanno scritto sui social i “No ponte” – non ti permetteremo di fare profitti sulle nostre teste». Già nei giorni scorsi sia Messina sia Villa erano inoltre state scenario delle rispettive assemblee pubbliche in cui la cittadinanza aveva manifestato preoccupazioni e timori in vista dell’infrastruttura fortemente voluta dal ministro dei Trasporti e leader leghista Matteo Salvini. «Ci siamo riuniti in cinquecento lo scorso sabato – hanno detto gli attivisti messinesi – per parlare di come impedire la cantierizzazione della città e di come muoverci legalmente per fermare lo scempio del ponte sullo Stretto. Mentre ingegneri, senatori, ministri e sedicenti esperti discutono fra di loro del destino della città – hanno continuato – centinaia e centinaia di residenti sotto esproprio sono stanchi di progetti campati per aria». Analoghe le preoccupazioni dei cittadini calabresi che si sono riuniti domenica: «Vogliamo difendere e tutelare il nostro territorio».