Miti, storia, Ponte e Costituzione: Il racconto di Michele Ainis a “Vite spericolate”
Di Tonino Cafeo - La puntata numero 19 di “Vite Spericolate – storie speciali di persone normali”, ci porta a parlare dei mali cronici di cui soffre la nostra democrazia: disaffezione diffusa nei confronti della politica, astensionismo elettorale sempre più forte, tendenza alla delega delle decisioni in poche mani che quasi sempre sfocia nell’autoritarismo da parte di chi detiene il potere.
L’ospite di questa settimana è infatti Michele Ainis, fra i più importanti costituzionalisti del nostro tempo e autore di saggi e romanzi. Un messinese che ha avuto successo fuori casa ma che ha mantenuto un forte legame con la città di origine, dove torna spesso per discutere dei temi di cui si occupa da sempre, in ambito universitario e fuori. Ed è appunto in occasione della presentazione del suo ultimo libro intitolato Capocrazia, se il presidenzialismo ci manderà all’inferno (La nave di Teseo, 2024), che l’abbiamo incontrato per approfondire le sue idee e sapere qualcosa in più del suo percorso.
Capocrazia è un termine tagliente che il professore adopera per definire il paesaggio politico e culturale del presente. Una contraddizione in termini che indica la tendenza alla concentrazione dei poteri e la tentazione di affidarsi all’uomo forte per superare i limiti e le debolezze delle democrazie.
Ainis cita un passo della Repubblica di Platone in cui il filosofo ateniese afferma che se nella città, nella comunità politica emergesse un uomo “saggio e dotato di tutte le virtù” i cittadini dovrebbero “riempirlo di onori e accompagnarlo alle porte della polis”. Che cosa significa? Che la tendenza del potere a non avere limiti è molto antica e che la democrazia dovrebbe avere invece come caratteristica principale quella di “tagliargli le unghie”, di prevedere cioè confini e contrappesi precisi per permettere ai cittadini di non subire decisioni calate dall’alto e contrarie all’interesse generale. Riferita all’ambito locale, la riflessione di Michele Ainis si è focalizzata subito sul tema del Ponte sullo Stretto, non a caso riproposto con forza dalle stesse forze politiche che vedono nel presidenzialismo o nel premierato la soluzione di tutti i problemi. La sua decisa contrarietà alla costruzione della grande opera è motivata non solo dal fatto che essa viola il principio costituzionale della difesa del paesaggio, ma soprattutto dalla sottovalutazione da parte dell’attuale classe dirigente dei gravi problemi tecnici che il progetto comporta e dalla volontà pervicace di imporlo al territorio ignorando il dissenso delle popolazioni che lo abitano e le conseguenze sulle vite delle persone di decenni di lavori devastanti.
Il legame con il territorio e la sua storia è un altro elemento essenziale nel pensiero del professore.
Vorrebbe che la storia locale e i miti fondativi dell’identità di luogo fossero studiati a scuola “al pari delle guerre puniche o del Risorgimento” e, in coerenza con questo desiderio, ha dedicato a questi temi i suoi romanzi, raccolti nel 2022 nella “Trilogia degli Specchi”. Per Ainis la letteratura non è un semplice passatempo intellettuale ma una passione profonda, un modo di leggere la realtà che affianca agli studi giuridici fin dagli anni del liceo, trascorsi al Maurolico di Messina, dopo i quali aveva pensato di studiare lettere o filosofia. Dirottato poi, per ragioni pratiche, sulla facoltà di Giurisprudenza, fu l’incontro con Temistocle Martines, di cui è stato tesista, a fare nascere in lui la vocazione agli studi di diritto costituzionale.
Michele Ainis attualmente è professore emerito di Istituzioni di diritto pubblico presso l’Università di Roma 3, dopo essere stato preside della facoltà di Giurisprudenza a Teramo e prima ancora, per lungo tempo, docente a Messina e alla Sapienza di Roma. È stato componente del direttivo dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti ed è editorialista del quotidiano La Repubblica, dopo aver collaborato con altre prestigiose testate come Il Corriere della Sera, Italia Oggi, L’Espresso, Il Sole24ore, La Stampa e Il Riformista.