FOTO E VIDEO – QUELLO CHE RESTA DEL BABY PARK? UNA DISCARICA DI PNEUMATICI E UNA LAVANDERIA FAI DA TE…
di Enrico Di Giacomo - In fondo a questo grande giardino abbandonato, una volta considerato il paradiso per diverse generazioni di bambini messinesi, puoi trovarci anche un lavatoio perfettamente funzionante per lavare i panni e farti la barba, una spazzola e del sapone liquido, uno specchio. Pochi metri più in là, a testimoniare una presenza umana stabile, una camicia e una giacca appese e che appartengono a chi ha scelto di vivere dentro una tenda, forse meglio definirlo un piccolo accampamento, un rifugio accanto all'area dell'ex parco giochi.
Quello che resta del Baby Park, dopo oltre 50 anni di onorato servizio, è tutto qui, tra frammenti di giostre, una vecchia bicicletta coperta da un telo, la pista dei Go-kart completamente smontata e l’erba un po’ alta ovunque. E poi, vista mare, una discarica di pneumatici, qualche estintore abbandonato, vecchie sedie di plastica, una rete, addirittura un frigorifero di fronte a un Pluto sorridente e innamorato.
Il futuro di questo giardino ormai abbandonato resta, dopo la chiusura avvenuta un paio di anni fa, ancora un’incognita. Erano rimaste tre proposte in gara per ricominciare, e l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto stava predisponendo le convocazioni della conferenza di servizi per valutarle. Ma nel frattempo Terna Spa, il colosso dell’energia che sta lavorando nei pressi del museo regionale, ha presentato una richiesta di concessione per realizzare una variante del collegamento elettrico “Sorgente-Rizziconi”. E nel frattempo si rimane sospesi, incastonati nel degrado, tra la villa Sabin e il Circolo del Tennis e della Vela.
Al di là dell'ennesimo lungo inverno ormai consumato, e di carte ferme all'interno di un cassetto dell'ufficio Demanio Marittimo che sta gestendo l'iter istruttorio, c'è chi stende un accappatoio e una asciugamano sotto degli alberi mossi dal vento. A far rumore solo il suono della pioggia che scende lenta. Sperando che nessuno, per qualche tempo ancora, posso disturbare la quiete e quei quattro, cinque modi di vivere la libertà.