Due imprenditori cinesi assolti dall’accusa di caporalato
Si è conclusa con una ampia assoluzione un’indagine relativa a presunte attività di caporalato in un noto esercizio commerciale gestito da cinesi a Piazza della Repubblica. Finiti sotto processo un uomo e una donna originari di Zhejang, rispettivamente di 32 e 58 anni. Nonostante la pubblica accusa avesse chiesto nei loro confronti una condanna a un anno e mezzo di reclusione ciascuno, il giudice Salvatore Pugliese li ha assolti con la formula «perché il fatto non sussiste».
I due imputati, difesi dall’avvocato Nino Cacia, erano state denunciati dai loro stessi dipendenti, otto in tutto, uno solo dei quali, nel corso del dibattimento, si è poi costituito parte civile. Il capo d’imputazione formulato a suo tempo dalla sostituta procuratrice Roberta La Speme verteva sulle indagini effettuate dal Nucleo carabinieri Ispettorato del lavoro. Si contestava il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Sostanzialmente i due cinesi, secondo l’accusa, «in concorso morale e materiale tra loro, nelle rispettive qualità di amministratore unico e dominus dell’azienda, reclutavano e impiegavano manodopera» per «destinarla al lavoro» nella stessa azienda «in condizioni di sfruttamento, approfittando, altresì, del loro stato di bisogno, con l’aggravante di impiegare un numero di lavoratori superiore a tre unità». In particolare, avrebbero assunto gli otto «con retribuzione difforme» da quella prevista nel Contratto collettivo nazionale di lavoro e, comunque, «sproporzionata rispetto alla qualità e quantità del lavoro prestato, con orari, in alcuni casi, differenti da quanto indicato nel contratto, senza che gli stessi frequentassero corsi obbligatori sulle sicurezza nei luoghi di lavoro, venissero formati e sottoposti a visita medica preventiva, impiegando altresì, in un caso, soggetto minorenne». Ma al termine del procedimento penale di primo grado, questi addebiti non hanno retto e ha prevalso la tesi difensiva, tanto che il giudice Pugliese ha pronunciato sentenza di assoluzione nei confronti dei due imputati con formula ampia.