Saro Visicaro si racconta a “Vite spericolate”: Ho sempre nuotato contro corrente
Di Tonino Cafeo - Nella puntata di questa settimana di "Vite Spericolate – storie speciali di persone normali", siamo andati a trovare Saro Visicaro.
Dai primi anni 2000 il suo nome e il suo volto si sono indissolubilmente legati a un'idea semplice e fino ad allora inedita: liberare Messina dal passaggio dei mezzi pesanti che per passare lo Stretto di Messina sui traghetti pubblici e privati attraversano una parte importante del centro cittadino provocando spesso incidenti anche mortali.
Ma chi è Saro Visicaro, oltre il momento che gli ha procurato visibilità e notorietà anche fra quelli che non seguono la politica?
La sua storia inizia nei primi anni 70, quando è un giovane in servizio di leva. Ha il diploma di geometra e il futuro che lo aspetta è quello di onesto professionista in una città dove l’edilizia è da sempre il settore economico principale. Ma il ragazzo coltiva la passione per la giustizia e quella per la libertà di informazione e passa il tempo libero leggendo il Mondo e l’Espresso e scrivendo a un dirigente politico che è già allora un mito: Marco Pannella, l’uomo simbolo di mille battaglie civili.
Il rapporto epistolare fra i due diventa quasi subito una amicizia importante. Pannella, grande talent scout, ha già individuato nel giovane Saro Visicaro tutte le qualità dell’attivista instancabile, quindi - una volta congedato dalle forze armate e rientrato in città - lo incoraggia a buttarsi nell’avventura di costruire in riva allo stretto il Partito Radicale.
Sono gli anni della battaglia del referendum sul divorzio e i radicali, che ci si buttano a corpo morto, acquistano rapidamente consensi e simpatie nell’area della sinistra. Il loro impegno si estende rapidamente a tutto il ventaglio dei diritti civili: il femminismo, il primissimo movimento per i diritti e la dignità degli omosessuali, l’antiproibizionismo la condizione carceraria, non c’è tema su cui il Partito Radicale non sia presente e attivo. Visicaro e i radicali messinesi ci aggiungono una grande conoscenza del territorio e una particolare attenzione ai suoi problemi specifici. In quegli anni la città soffre di cronica mancanza d’acqua e subisce l’assalto della speculazione edilizia. Saro inizia a lavorare per un grande costruttore ma questo non gli impedisce di denunciare a 360 gradi lo strapotere degli speculatori, la distruzione di importanti monumenti che risalivano alla ricostruzione post terremoto. La sua passione per la libera informazione lo porta allo scontro diretto con il principale gruppo editoriale cittadino: la Gazzetta del Sud, che lui attacca dalle colonne del Soldo, un settimanale di battaglie civili che ha fatto la storia della città, e da quelle di In/contro, voce dei radicali, aperta al contributo di tutte le intelligenze critiche messinesi.
Quando, negli anni della cosiddetta 'seconda repubblica', la galassia radicale si disperde in mille rivoli, Visicaro si avvicina ai Verdi ma nel frattempo accade una cosa che gli cambia profondamente la vita: nasce la sua unica figlia Ambra.
Ambra, oggi una giovane donna, è affetta da sindrome di Down. Si apre così una pagina nuova nella vita dell’attivista radicale. Affronta la paternità con impegno e curiosità e - insieme a un nutrito gruppo di famiglie che vivono la stessa condizione - fonda l’associazione Meter e Miles, che, fra mille difficoltà, nei quartieri della periferia più trascurata e dimenticata, costruisce percorsi educativi e solidali, svolgendo anche una funzione di supplenza rispetto a quelle istituzioni che sulla disabilità e i suoi bisogni sono state carenti e spesso assenti.
La vita di Saro Visicaro si è snodata così fra incontri memorabili, battaglie quasi sempre solitarie e colpi di genio: nei primi anni del nuovo secolo, quando a Messina la battaglia contro i tir in città prende dimensioni di massa, confluendo poi in quella contro il Ponte sullo Stretto, lui e il noto giornalista televisivo Fabio Mazzeo si inventano la telepolitica prima dei social e molto prima di Beppe Grillo. Nei suoi racconti ricorrono nomi che hanno fatto la storia del giornalismo e della cultura come quelli di Marco Pannella, Adele Cambria o Franco Battiato, ma Visicaro ne parla con semplicità e umiltà, in una conversazione forse per la prima volta a cuore aperto e a tutto tondo. Un buon motivo per non perdersela assolutamente.
Buona visione.