Bella Ciao e falce e martello per l’ultimo saluto a Riccomini, storico dell’arte che insegnò a Messina
Prima la camera ardente al cimitero della Certosa con gli affetti più stretti, poi la chiusura della bara, accompagnata dal canto partigiano Bella Ciao, intonato dai presenti. E il trasferimento all’Archiginnasio.
Qui l’ultimo saluto dei bolognesi allo storico dell’arte Eugenio Riccomini, 87 anni, morto a Bologna la notte di Natale. Nel retro della sua foto, “la caccia alle farfalle continua”, citando il titolo dell’ultimo suo libro.
Riccomini fu tra i più illustri e stimati storici dell’arte dei nostri tempi. Docente a Messina e alla Statale di Milano, Tra il 1995 e il 2001 è stato direttore dei Musei civici d’arte antica di Bologna, curando alcune mostre, tra le quali una dedicata a Donato Creti al Metropolitan Museum di New York e al County Museum of Art di Los Angeles.
La passione per la cultura, che doveva essere alla portata di tutti, nelle sue intenzioni. Le conferenze a Bologna richiamavano migliaia di persone di ogni età.
E poi la passione per la politica. Uomo di sinistra – sulla bara la bandiera rossa con falce e martello – , fu consigliere comunale per un quarto di secolo . Nonché vicesindaco e assessore comunale alla Cultura a Bologna negli anni ottanta, con le giunte Imbeni e Vitali. Nel 2001 gli venne conferito l’archiginnasio d’oro, riconoscimento per i suoi concittadini più illustri.