La morte di Lavinia Marano, affidata la perizia
La nuova perizia fonte di accese polemiche alle scorse udienze adesso è stata affidata. È avvenuto ieri mattina in corte d'appello, dove è stato trattato il procedimento per la morte della povera Lavinia Marano, deceduta al Policlinico poco dopo il parto, nel 2016, a soli 44 anni, dopo aver dato alla luce il suo primo figlio. I giudici hanno incaricato formalmente i medici Stefano De Pasquale Cerratti e Franco Carboni, che erano in aula, ed hanno fissato l'inizio delle operazioni peritali, ovviamente suglia atti processuali, a Roma, il 27 dicembre. Entro il 31 gennaio del prossimo anno poi, ci sarà deposito della perizia, mentre il processo è stato rinviato all’8 febbraio del 2024. Ne da’ notizia il quotidiano Gazzetta del sud.
La riapertura del dibattimento è stata decisa dalla sezione penale della corte d’appello, presieduta dal giudice Carmelo Blatti e composta dalle colleghe Daria Orlando e Luana Lino. La richiesta è stata avanzata nel corso delle scorse udienze dal sostituto procuratore generale Adriana Costabile.
I quesiti posti dai giudici ruotano sempre intorno ai temi-chiave della vicenda, ovvero se per un verso l’operato dei medici che seguirono il caso fu corretto e quale è la causa della morte della povera Marano.
La sentenza di primo grado nel dicembre scorso con la condanna per 4 dei 10 imputati. Decise così il giudice monocratico Rita Sergi. Un anno di reclusione (pena sospesa), oltre al pagamento delle spese processuali, per il responsabile dell’Uoc di Ginecologia ed Ostetricia Onofrio Triolo e i medici in servizio presso il reparto Antonio Denaro, Vittorio Palmara e Roberta Granese. Furono poi assolti tutti gli altri imputati: i medici Rosario D’Anna e Tomasella Quattrocchi, l’anestesista in servizio presso il reparto Pasquale Vazzana, le ostetriche Angelina Lacerna Russo e Serafina Villari, l’infermiera Maria Grazia Pecoraro.