Caso Loggia Ungheria: Piero Amara rinviato a giudizio per calunnia
Il giudice dell’udienza preliminare di Milano, Guido Salvini, ha rinviato a giudizio Piero Amara, imputato di calunnia e autocalunnia perché avrebbe accusato falsamente se stesso e altre 65 persone, tra magistrati, vertici delle forze dell’ordine, avvocati e imprenditori, di far parte della inesistente associazione segreta nota come ‘Loggia Ungheria’. Trentotto di loro si sono costituiti parte civile. Il dibattimento inizierà il prossimo 2 febbraio davanti alla settima sezione penale del Tribunale. È stato invece prosciolto dall’accusa di autocalunnia Giuseppe Calafiore.
L’inchiesta sulla cosiddetta Loggia Ungheria era stata archiviata l’ottobre scorso da parte del Gip di Perugia Angela Avila. Il fascicolo, nel quale si ipotizzava la violazione della legge Anselmi a carico di nove indagati, era stato aperto partendo dalle dichiarazioni rese ai magistrati di Milano dall’ex avvocato di Eni. A suo dire avrebbero fatto parte della loggia, che sarebbe stata una “nuova P2”, circa 90 persone tra politici, ex ministri, magistrati, appartenenti alle forze dell’ordine, imprenditori e liberi professionisti.
Secondo il Gip non esiste prova dell’esistenza dell’associazione segreta anche perché lo stesso Amara è risultato essere assolutamente inattendibile sul punto.
E se in un primo momento l’aveva descritta come una “loggia con obiettivi simili alla P2” alla fine aveva asserito che la stessa lo aveva deluso, tanto che con un gruppo di persone si era deciso a creare un altro “centro di potere”, dove scambiarsi interessi.
Il gip afferma che a tutti gli effetti “manca la struttura organizzativa dell’associazione segreta” e non vi è “un gruppo specifico di persone tra di loro associate, segretamente, diretta ad interferire sull’esercizio di istituzioni pubbliche”.
Tornado al rinvio a giudizio, il giudice ha inoltre richiesto ai pm Roberta Amadeo e Stefano Civardi sulla base dell’articolo 331 del codice di procedura penale (denuncia da parte di pubblici ufficiali, ndr) con “particolare ma non esclusivo riferimento a quanto riferito” da Amara e il socio Giuseppe Calafiore, prosciolto, nei verbali resi tra la fine del 2019 e i primi mesi del 2020 sulla presunta esistenza della loggia Ungheria in merito alle posizioni di “Lotti Lucia, De Ficchy Luigi e Saluzzo Francesco e con riserva di valutazione, anche nel caso di eventuale acquisizione dell’elenco degli aderenti che si troverebbe a Dubai, se il contesto descritto sia continuazione della disciolta associazione P2 o espressione\estensione del cosiddetto sistema Palamara oggetto di procedimenti a Roma e a Perugia”. In altre parole, il giudice Salvini, con il suo provvedimento, uno degli ultimi prima di andare in pensione, offre qualche input per approfondire il caso e verificare se Ungheria sia stata o meno un’associazione segreta o un centro relazionale, comunque illecito, di interessi volto ad abusi di ufficio e traffico di influenze, in particolare per le nomine dei magistrati, anche amministrativi.