Messina, la Procura indaga per abuso d’ufficio sul caso dei rimborsi dell’ex rettore Cuzzocrea. Triplicato il fatturato della sua società agricola
Di Manuela Modica - La Procura di Messina ha aperto un’indagine sul caso dei rimborsi faraonici dell’ex rettore dell’Università, Salvatore Cuzzocrea. A quanto apprende ilfattoquotidiano.it, l’ipotesi di reato è quella di abuso d’ufficio. Negli ultimi tre giorni uomini della Guardia di finanza hanno fatto accesso negli uffici della direzione generale dell’Ateneo per acquisire documentazione utile alle indagini. Lo scorso 9 ottobre Cuzzocrea si è dimesso dall’incarico, assicurando che con calma avrebbe chiarito ogni aspetto dello scandalo scoppiato nelle scorse settimane: per la sua attività di ricercatore, tra il 2019 e il 2023, il professore ha accumulato la bellezza di 2 milioni e 217mila euro di rimborsi, tra cui, nell’arco di appena un mese (marzo 2022) 57.090 euro per “materiali tecnico-specialistici non sanitari”.
Numeri che hanno spinto Paolo Todaro, sindacalista di Gilda e membro del Senato accademico, a sporgere denuncia in Procura e alla Corte dei conti. Tra le anomalie indicate da Todaro anche alcuni rimborsi finiti alla Divaga Srl, società di proprietà dell’ex rettore e della moglie, che ha ricevuto pagamenti per un importo complessivo di 122.300 euro. Si tratta di una società agricola che si occupa di allevamento di cavalli, di cui Cuzzocrea è grande appassionato: un’azienda che peraltro, in corrispondenza con il suo mandato da rettore, ha triplicato il fatturato, passato dagli 107.341 euro del 2020 agli 157.272 del 2021, fino a 298.089 del 2022.
Tra le spese più contestate quella di seicento euro per spostare un asino: “A Veterinaria c’era bisogno di trasferire altrove l’animale, il rettore ha preso l’iniziativa, chiamando il proprio maneggio che è poi stato rimborsato”, ha spiegato Todaro, da tempo ai ferri corti con l’ex rettore. Tra le anomalie registrate negli ultimi anni all’università di Messina, peraltro, non ci sono sono i rimborsi: lo scorso anno, infatti, è stata l’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) a segnalare “gravi inadempienze e irregolarità” nell’affidamento senza gara di sei appalti sopra la soglia di 150mila euro (superata la quale il bando è obbligatorio) per un valore complessivo di oltre 37 milioni. Le dimissioni di Cuzzocrea porteranno alle elezioni anticipate del suo successore, previste per fine novembre. Fonte: il fatto quotidiano