Dafne Musolino: “Nuccia Albano, è figlia di un boss”, Sciacalli sulla vita dell’Assessore
La senatrice Dafne Musolino, di Italia Viva, oggi sulle pagine dell’edizione cartacea del giornale Il Riformista, esprime il proprio pensiero sulla nota vicenda che coinvolge il padre dell’Assessore Nuccia Albano, Assessore Regionale alla famiglia, alle politiche sociali e al lavoro della Regione Siciliana, ecco le sue parole:
Nella società contemporanea, il confine tra la sfera pubblica e quella privata spesso si fa sottile, e ciò è particolarmente vero quando si tratta di figure pubbliche come politici ed amministratori locali. La vicenda che coinvolge il padre dell’Assessore Nuccia Albano, Assessore Regionale alla famiglia, alle politiche sociali e al lavoro della Regione Siciliana, rappresenta un esempio di come la vita personale di un individuo possa essere sfruttata per fini politici, mettendo seriamente in discussione quanto sia etico e giusto trarre vantaggio da esperienze personali dolorose.
Nuccia Albano è nota per la sua storia personale di resilienza: si è laureata in Medicina e Chirurgia all’Università di Palermo, è stata il primo medico legale donna della storia della Sicilia, dal 1981 ha prestato servizio all’Istituto di Medicina legale e delle assicurazioni del Policlinico di Palermo e dal 1989 ne è stata dirigente di primo livello. Ma non solo. Nuccia Albano è stata consulente per l’esecuzione degli accertamenti autoptici per conto della Procura della Repubblica di Palermo, Termini Imerese, Agrigento, Sciacca, Marsala e Trapani per oltre venti anni, ed è stata medico fiduciario di numerose compagnie assicurative,dimostrando una straordinaria forza interiore, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione di molte persone nella sua comunità, che nei giorni scorsi hanno voluto manifestare pubblicamente la stima e l’apprezzamento per lei.
La sua storia personale costituisce un esempio concreto di determinazione nella difesa dei valori della legalità e della giustizia, di cui nessuno dovrebbe cercare di fare scempio perammiccare ai temi della politica scandalistica.
Qualcuno ha scelto deliberatamente di strumentalizzare la storia personale dell’Assessore Albano per fini politici. Nel corso di una recente trasmissione televisiva, si è scelto di rendere pubblica la storia legata ad un uomo morto 60 anni fa, quando lei aveva solo 10 anni e viveva già in collegio dalle Suore, lontana da ogni possibile influenza o ingerenza dagli ambienti mafiosi di cui con molta probabilità non conosceva nemmeno l’esistenza. E’ la storia di una bambina, rimasta orfana in tenera età, che solo da grande ha scoperto i problemi del padre con la giustizia ma che, come ogni figlia, di questo padre non può che conservare un ricordo intimo, filiale per l’appunto, che nulla aggiunge ad un dibattito politico che non dovrebbe essere inquinato da facili strumentalizzazioni che tentano di oscurare l’esempio di vita di una donna, oggi ultrasettantenne, cresciuta con ostinato senso del dovere, testimoniato dall’educazione alla legalità e dal rispetto della giustizia.
Perciò, mentre è legittimo dibattere sui meriti politici, utilizzare la storia personale di qualcun altro in modo così sensazionalistico ci impone una riflessione sui temi dell’etica in politica.
La politica dovrebbe essere un campo in cui le persone vengono giudicate in base alle loro capacità, alle loro idee e alla loro condotta pubblica, come esempio concreto di adesione ai principi di giustizia e legalità. Una volta un politico locale mi disse che in politica è meglio apparire santi anziché esserlo, fornendo una efficace sintesi di una certa mentalità che strumentalizza la vita degli avversari per attaccarli politicamente.
Questo genere di comportamento non solo distrugge la fiducia nell’ambiente politico, ma può anche avere conseguenze devastanti per la vita delle persone coinvolte.
I media e il pubblico svolgono un ruolo fondamentale nel determinare quale tipo di politica vogliamo vedere nella nostra società e proprio per questo non dovrebbero cadere nella trappola della politica scandalistica e concentrarsi su questioni sostanziali e programmi politici, giudicando i soggetti pubblici per quello che hanno fatto nella loro vita, per l’esempio concreto che hanno saputo offrire e per la coerenza ai loro principi. La politica dovrebbe essere un campo in cui si discute di questioni pubbliche e si cercano soluzioni per migliorare la società, non un campo in cui si cercano sensazionalismi a spese della dignità e della privacy delle persone.