Rimborsi milionari all’Università di Messina, ci sarebbe una fattura da 600 euro “per spostare un asino”
«Le racconto una storiella: il dipartimento di Veterinaria aveva un bisogno di spostare un asino, arriva Cuzzocrea e fa: "Ci penso io", poi ha chiamato il suo maneggio ed ecco la spiegazione di una fattura di 600 euro": così all’Agi Paolo Todaro, il sindacalista della Gilda e componente del Senato accademico che ha sollevato la vicenda dei rimborsi milionari all’Università di Messina, spiega una delle fatture a favore della Divaga Srl, un’azienda di allevamento cavalli di Viagrande, ai piedi dell’Etna, di cui una visura fatta da Todaro indica come titolari Salvatore Cuzzocrea, rettore ormai dimessso dell’Università di Messina e presidente della Crui, e la moglie.
Dall’inizio del 2023 Divaga ha ricevuto 122.300 euro di rimborsi. «Ci sono, poi - aggiunge - gli acquisti fatti con la sua carta di credito e non con quella istituzionale, e tante altre cose», aggiunge Todaro, che aveva scritto alla Corte dei Conti e alla procura della Repubblica della città dello Stretto già agli inizi di settembre. «Nel periodo 2019-2023 (di quest’ultimo anno i dati disponibili si fermano al mese di luglio) - afferma Todaro nella sua missiva alle autortà giudiziari - il professore Cuzzocrea ha ricevuto dal suo Ateneo rimborsi pari a 2.217.844 euro, corrispondenti a 40.324,44 euro al mese ed equivalenti a 1.920,21 euro al giorno, esclusi i sabati e le domeniche. Negli anni del suo rettorato la dinamica dei rimborsi ha avuto un crescendo sistematico: da 157.327 euro nel 2019, corrispondenti a una media di 13.110,58 euro di rimborsi al mese, fino ad arrivare nel 2022 alla cifra di 828.465 euro, corrispondente a una media di 69.038,75 euro di rimborsi al mese».
I rimborsi milionari «riguardano spese fatte dal professore Cuzzocrea per una molteplicità di acquisti: materiali per attività di ricerca e di laboratorio; giornali e riviste; manutenzione ordinaria e riparazioni di attrezzature; carta, cancelleria e stampati; missioni e trasferte; servizi di rappresentanza; quote di associazioni e altro ancora tra cui 'servizi non altrimenti classificabilì che potrebbero rappresentare qualsiasi tipologia di spesa. Tra queste voci quella che assorbe la parte più significativa delle risorse è relativa ai materiali per attività di ricerca e di laboratorio che, durante tutto il periodo 2019-2023, assomma pagamenti complessivi pari a 1.544.981 euro, equivalente al 70% dei rimborsi totali effettuati a vantaggio del professore Cuzzocrea. Come ben noto, un’amministrazione pubblica generalmente riconosce il rimborso spese quando gli importi sono saltuari e di modesta entità.
A questo fine, è istituito il fondo economale nei diversi centri di spesa (esempio, i Dipartimenti di un Ateneo). L’entità di questo fondo, conseguentemente, è di capienza ridotta e mai giustificherebbe spese complessive annuali di centinaia di migliaia di euro fino a raggiungere importi milionari. Inoltre, mai e poi mai il ricorso al fondo economale potrebbe giustificare il consolidamento di spese come, per esempio, la manutenzione delle attrezzature, l’acquisto di reagenti, di giornali e riviste o il pagamento di eventuali pubblicazioni. Tutti pagamenti per i quali sono previste procedure ad hoc che garantiscono tracciabilità e trasparenza e permettono efficaci controlli di legalità previsti per legge». AGI