Il doppio incarico di Salvo Puccio: “Guadagnerà più del presidente della Repubblica Mattarella”
Riceviamo e pubblichiamo una nota del Gruppo di iniziativa e resistenza civica "Rispetto Messina" relativa al doppio incarico di Direttore generale sia del Comune di Messina che della Città Metropolitana di Salvo Puccio.
“Più di 180.000 euro ciascuno sarà lo stipendio annuale di Puccio e Carrubba; superiore a quello del Presidente della Repubblica.
Tempo fa venne deliberato il doppio incarico di Segretario generale del Comune di Messina e della Città Metropolitana con una votazione in Consiglio Comunale; durante la quale veniva anche affermato testualmente "che la dott.ssa Carrubba ambiva ad un ruolo in un Ente di secondo livello, per poi eventualmente arrivare ad essere Segretario generale in qualche Regione", facendo così emergere, in maniera palese, un possibile interesse privato in un atto pubblico.
Ma nonostante ciò il Consiglio comunale voto' a maggioranza a favore del doppio incarico, che prevedeva la corresponsione di emolumenti e di indennità di funzioni che andavano a superare i 180.000 euro l'anno.
Adesso, con una arroganza tipica di tutti coloro che appartengono al "sistema De Luca", inteso come sistema di potere politico pervasivo che attua una gestione totalizzante ed un controllo assoluto in vari Enti locali, e nonostante la bocciatura della proposta avvenuta mesi fa, è stato votato, da una maggioranza che riceve diktat ed è "usa ad obbedir tacendo", il doppio incarico di Direttore generale sia del Comune di Messina che di quello che doveva essere un Ente di Area Vasta. Ente che, ormai, è stato ridotto alla stregua del " centonovesimo comune" del territorio provinciale, ed in cui vige la ferrea legge del "fideismo".
Ed anche in questo caso al dott. Puccio verranno corrisposti emolumenti complessivi superiori ai 180.000 euro all'anno.
Indennità da "nababbi" ed inverosimilmente superiori a quella stabilita per il Presidente della Repubblica- Capo dello Stato che è di 179.000 euro annuali.
E tali scelte dispendiose, che si verificano in un periodo di grave crisi economica e sociale, caratterizzate da un eccessivo esborso di denaro pubblico costituiscono un insulto alla povertà e alle famiglie in difficoltà.
E rappresentano uno sfregio nei confronti di coloro che percepivano il reddito di cittadinanza (abolito dal Governo Meloni) come unica fonte di sostentamento, o dei ragazzi e ragazze che pur di lavorare accettano lavori sottopagati ed in condizioni di scarsa sicurezza, o dei tantissimi cittadini o cittadine che sono costretti a rivolgersi alle mense della Caritas o di altre associazioni benefiche, o dei pensionati che non riescono a pagare le bollette, o dei sempre più numerosi giovani costretti a cercare un lavoro fuori da Messina e dalla provincia, od ancora delle famiglie che hanno varcato la soglia della povertà.
Ma i "fedelissimi" vanno comunque premiati, anche se persiste una certa criticità finanziaria sotto osservazione da parte di quella Corte dei Conti, che non comprendiamo però come non abbia posto e non ponga la dovuta attenzione sulla legittimità e sulla opportunità finanziaria di certi atti”.