Il gip rigetta la sospensione per Alagna
Richiesta di misura interdittiva rigettata. Ha deciso così il gip Ornella Pastore sull’istanza che la Procura aveva avanzato nei giorni scorsi per l’ormai ex commissario dell’Asp di Messina Bernardo Alagna (dimessosi dall’incarico dopo la diffusione della notizia dell’inchiesta), ipotizzando a suo carico la corruzione per le pressioni politiche che avrebbe ricevuto secondo l’accusa dall’onorevole e avvocato barcellonese Tommaso Calderone - viene citato nel capo d’imputazione -, attraverso anche l’intermediazione del suo segretario particolare, Alessio Arlotta.
La gip Pastore ha deciso anche sull'istanza (le richieste di misure interdittive, ovvero la sospensione dal servizio per alcuni mesi) che la Procura ha presentato per quattro medici assunti dall’Asp di Messina durante la pandemia e indagati per truffa, che si sarebbe concretizzata secondo la Procura con un monte ore di lavoro “gonfiato” in autocertificazione dai quattro professionisti. Si tratta dei dottori palermitani Marcello Mezzatesta e Edmondo Palmeri, del medico barcellonese Gaetano Torre, e del medico mistrettese Domenico Sammataro.
In questo caso la gip Pastore ha rigettato la richiesta per tre medici - Marcello Mezzatesta, Edmondo Palmeri e Gaetano Torre -, e l’ha accolta solo per il dott. Domenico Sammataro.
DALL'ARCHIVIO (13-09-23): BERNARDO ALAGNA RISPONDE ALLE DOMANDE DEL GIP.
Di Edg - Si è presentato in Tribunale, poco prima delle 15, accompagnato dai legali di fiducia, gli avvocati Flavia Buzzanca e Alessandro Pruiti, il commissario dell'Asp Bernardo Alagna per l'interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari Ornella Pastore e al pm Roberta La Speme, che era presente per la Procura. Alagna è coinvolto, con l’accusa di corruzione per scambio di favori con un politico, nell’inchiesta che la Procura di Messina, retta dall’aggiunto Rosa Raffa, porta avanti da mesi sull’ente sanitario. L'interrogatorio è andato avanti per quasi due ore e si è concluso intorno alle 17. Il commissario dimissionario ha respinto le accuse, accettando di rispondere a tutte le domande e cercando di dare la propria versione dei fatti. “Si è fatta un po’ di chiarezza avendo portato ai magistrati un contributo massimo perché i magistrati possano decidere in tutta serenità”, ha dichiarato il manager all’uscita dal Tribunale. Sulle dimissioni l’ex commissario ha voluto precisare di averle date per rispetto delle Istituzioni, “sono convinto di aver fatto la scelta giusta”. “Mi dispiace soltanto di aver lasciato in queste condizioni l’azienda dove c’è tanto da fare”. “Non mi sento colpevole - ha concluso - di sbagli ne possiamo fare tutti, però sicuro di averli fatti per il bene delle Istituzioni, mai per interesse privato”.
Alagna ha deciso di lasciare l’incarico dopo che ieri è emersa la notizia dell’indagine che lo vede coinvolto con l'accusa di corruzione. La Procura ha chiesto la misura interdittiva della sospensione dalle funzioni.
Bernardo Alagna è indagato insieme ad altri quattro medici, sentiti in mattinata dal gip Pastore. Si tratta dei palermitani Edmondo Palmeri e Marcello Mezzatesta, il barcellonese Gaetano Torre e il mistrettese Domenico Sammataro, sotto inchiesta per truffa, che si sarebbe concretizzata con un monte ore di lavoro 'gonfiato' in autocertificazione dai quattro professionisti. Anche per loro la gip dovrò valutare la richiesta di misura interdittiva avanzata nei giorni scorsi dalla Procura, ovvero la sospensione dal servizio per alcuni mesi.
L'INCHIESTA. IL POLITICO CHE AVREBBE FATTO 'PRESSIONI' E' L'ONOREVOLE CALDERONE.
Al centro dell’inchiesta ci sarebbero presunti favori a un politico che avrebbe appoggiato la nomina di Alagna nel novembre del 2020 a direttore sanitario dell’Asp che in cambio avrebbe assegnato incarichi per favorire il parlamentare nazionale. Lo “scambio di favori”, ipotizza l’accusa, sarebbe avvenuto con gli uffici di un intermediario, molto vicino al deputato.
Il politico in questione che viene citato nel capo d’imputazione per corruzione di cui deve rispondere Alagna è l’on. Tommaso Calderone, e l’altra persona citata che avrebbe fatto da tramite è il segretario del parlamentare nazionale, il dott. Alessio Arlotta. Secondo la Procura Alagna sarebbe stato nominato su indicazione politica dell’on. Calderone e poi avrebbe asservito le proprie qualità funzionali di pubblico ufficiale per il compimento di atti del suo ufficio (consistenti, tra l’altro, nel disporre nomine dirigenziali, incarichi e trasferimenti di personale), alle richieste dell’on. Calderone per il tramite di Arlotta.
Quando Alagna fu nominato il 10 novembre del 2020 dall’allora dg La Paglia come direttore sanitario dell’Asp, questa designazione secondo la Procura sarebbe stata effettuata su pressione politica e condizionamento dell'onorevole Calderone, parlamentare nazionale di primo piano della nostra provincia (il suo nome non risulterebbe al momento come indagato tra gli atti di questo troncone dell’inchiesta sulla gestione dell’Asp), e questo sarebbe avvenuto attraverso gli uffici di Arlotta (anche lui non compare come indagato, almeno in questo troncone).
Alagna avrebbe “asservito” il suo ruolo di pubblico ufficiale con il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio, disponendo all’Asp nomine dirigenziali, incarichi e trasferimenti di personale su richiesta sempre del parlamentare, e sempre per il tramite dell’intermediario mandato avanti dal politico.
La Procura ha richiesto, come detto, la misura interdittiva anche per quattro medici, che in questo caso sono già stati inscritti nel registro degli indagati con l’ipotesi di truffa. Si tratta dei dottori palermitani Marcello Mezzatesta e Edmondo Palmeri, del medico barcellonese Gaetano Torre, e del medico mistrettese Domenico Sammataro.
I quattro sanitari avrebbero usufruito di nomine specifiche in carico all’Asp di Messina e poi avrebbero percepito alcuni compensi “sommando” ore di lavoro che in realtà non avrebbero mai svolto concretamente a Messina per l’Asp, durante la fase dell’emergenza covid-19.
In concreto il dott. Mezzatesta venne nominato coordinatore della Commissione ispettiva per le strutture socio assistenziali e avrebbe autocertificato un “surplus” fittizio di ore lavorative per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 2021, in tutto 164, percependo indebitamente oltre 9mila euro; il dott. Palmeri venne nominato componente della stessa commissione e anche lui avrebbe autocertificato un numero maggiore di ore (336) per lo stesso periodo rispetto a quelle effettivamente svolte, percependo circa 20mila euro non dovuti; il dott. Torre venne nominato coordinatore dell’area centrale operativa Usca e sempre per i primi tre mesi del 2021 avrebbe percepito indebitamente circa 4mila euro, dichiarando l’espletamento di 70 ore lavorative, che secondo la Procura non avrebbe in realtà effettuato; e infine il dott. Sammataro, che venne nominato in qualità di biologo per effettuare attività di screening regionale per l’esecuzione di tamponi rapidi, avrebbe percepito indebitamente circa 23mila euro per il lavoro svolto tra il dicembre 2020 e il febbraio del 2021, e poi tra luglio e agosto del 2021, in concreto 115 ore in più rispetto a quelle effettive.