MILAZZO, UN FLOP IL PROCESSO NATO DALL’OPERAZIONE ANTI ASSENTEISMO ‘LIBERA USCITA’: 46 PRESCRIZIONI, 13 ASSOLUZIONI
Di Leonardo Orlando - Dei 59 imputati che erano stati rinviati a giudizio al termine dell'udienza preliminare per essere sottoposti ad un lungo processo scaturito dall'operazione della Guardia di finanza di Milazzo denominata “Libera uscita”, scattata il 2 ottobre 2016 sull'assenteismo dei dipendenti del Comune di Milazzo, sono 46 le persone – tra dipendenti comunali ed ex dipendenti – per i quali è maturata la prescrizione dei reati contestati. Sono state invece soltanto 13 le persone che sono state giudicate nel merito ed assolte con la formula più ampia, “perché il fatto non sussiste”. La sentenza è stata emessa ieri sera poco prima delle 21,30 dal giudice monocratico del Tribunale di Barcellona Silvia Maria Spina.
Gli assolti
Le persone assolte nel merito perché il fatto ad esse contestato “non sussiste” sono state: Alessandra Lisi, Giuseppe Lo Duca, Anna Giannone, Marcella Marcelli, Francesco Foti, Giuseppe Fleres, Santo Fleres, Giuseppa Lo Presti, Sebastiana Catena Maggio, Caterina Nastasi Giuseppa, Natale Otera, Giovanna Schepis e Angelo Puglia.
Non luogo a procedere
Più folto l'elenco delle persone per le quali lo stesso giudice ha stabilito di “non doversi procedere” perché nel frattempo è maturata la prescrizione dei reati contestati. Di questo elenco fanno parte: Francesco Cambria, Carmelo Dragà, Antonino La Spada, Pietro Lanza, Santo Rasconà, Maria Concetta Ullo, Anna Maria Andaloro, Saveria Cannistrà, Concetta Floramo,, Michele Giardina, Lucia Maria Messina, Ermenegilda Mirenda, Francesca Salmeri, Adriano Scilipoti, Giuseppe Bartolotta, Nuccia Concettina Broccio, Lauretta Capone, Francesco Cattafi, Angelo Coccia, Giovanni Di Salvo, Rosaria Rita Filice, Giuseppe Foti, Santo Franchina, Paolo Gullì, Alfio Insolera, Francesco Irato, Mario Stefano Italiano, Stefano La Malfa, Domenico Lombardo, Maurizio Lombardo, Anna Elisa Oliva, Francesco Picciolo, Giuseppe Picciolo, Maria Pia Pistorio,, Salvatore Puglisi, Mariarosaria Rizzotto, Giuseppe Salamone, Stefano Scolaro, Adalberta Sinigalia, Santo Smedili, Giuseppe Spoto, Manuela Vincenza Stella, Gerardo Toto, Santo Francesco Trimboli, Francesca Ullo, Lorena Antoniette Zumbo, ed una persona nel frattempo deceduta. Si conclude così una vicenda che all'epoca aveva destato clamore, anche perché furono applicate diverse misure cautelari e interdizioni con conseguenti provvedimenti disciplinari da parte del Comune di Milazzo.
A tutti gli indagati dell'epoca si contestava, in concorso, il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato e, in aggiunta l'art. 55 del decreto legislativo 165 del 2001, perché, secondo l’accusa, anche agendo in concorso, e comunque previo concerto tra loro, nelle vesti di dipendenti del Comune di Milazzo, con artifizi e raggiri si sarebbero allontanati dal luogo di esercizio dell'attività lavorativa senza timbrare il proprio tesserino marcatempo, il cosiddetto badge; ed, in alcuni casi, avrebbero consegnato ad altro collega, il proprio badge personale affinché lo timbrasse in propria vece.
L'avvicendamento negli anni di magistrati inquirenti e giudicanti ha contribuito a far maturare le prescrizioni. Anche se numerose sono state le assoluzioni ed i proscioglimenti nella fase del giudizio preliminare. Inizialmente, infatti, gli indagati coinvolti erano in totale sessantacinque. Fonte: Gazzetta del Sud