Atti falsi al Comune di Barcellona, l’accusa chiede 5 anni per l’ex segretario del Comune, Santi Alligo e 9 anni e mezzo per l’ex assessore Coppolino
Di Leonardo Orlando - Al termine della lunga requisitoria che ha tenuto impegnato il pm Carlo Bray per due udienze, sono state avanzate dal magistrato inquirente le richieste di condanna per tutti i 9 imputati superstiti coinvolti nella maxi inchiesta e che il 16 febbraio 2018 subirono misure cautelari e di interdizione per le funzioni professionali che rivestivano. Ciò in ragione delle presunte “coperture” istituzionali che sarebbero state garantite da funzionari e impiegati comunali all'ex assessore Angelo Coppolino in forza del ruolo istituzionale che lo stesso aveva rivestito a Palazzo Longano fino al 23 novembre 2016. Coperture che sarebbero servite, secondo gli atti d'indagine confluiti nel processo che va avanti da anni in primo grado, per “salvare” il posto in Giunta allo stesso assessore. Posto messo in discussione dopo che il 9 novembre 2016 furono sequestrati dalla Polizia di Stato i due edifici abusivi riconducibili all'ex amministratore ed ai suoi familiari. I due edifici ospitavano il “B&B Mandanici” ed il ristorante “al Borgo”, ubicati lungo la via Gerone nell'antico quartiere “Marsalini” dove era stata anche occupata abusivamente una piazzetta comunale. Abusi che, secondo l’accusa, pur rilevati, sarebbero stati nascosti grazie alla formazione di atti falsi effettuati, durante i sopralluoghi, da funzionari della polizia municipale, e tecnici comunali. Per gli imputati, secondo le originarie formulazioni enunciate dall'allora pm Matteo De Micheli che coordinò le indagini, le ipotesi accusatorie spaziano dal peculato, alla corruzione, alla concussione, l’abuso d'ufficio, ad una serie di ipotesi di falso in atti pubblici, e da ultimo anche di favoreggiamento.
Le richieste
Nella relazione del pm Carlo Bray che ha delineato nel dettaglio le contestazioni per ognuno dei 9 imputati, le richieste di condanna spaziano dalla pena maggiore della reclusione di 9 anni e 6 mesi, oltre quelle accessorie per l'ex assessore, Angelo Coppolino, considerato l'artefice di una strategia che avrebbe piegato alle sue volontà sindaco dell'epoca, funzionari e tecnici comunali; a seguire, 7 anni di reclusione è stata la richiesta di condanna per l'architetto Carmelo Rucci, responsabile all'epoca dei fatti dell'Ufficio edilizia privata e abusivismo e poi, dopo l'applicazione della misura cautelare, nominato responsabile del Suap, incarico che ha ricoperto fino alla sua collocazione in quiescenza; 5 anni e 6 mesi è la richiesta di condanna per l'ex vicecomandante della polizia municipale Salvatore Di Pietro, anch'egli destinatario di misura cautelare personale poi promosso funzionario responsabile del Servizio anagrafe e Stato civile; la condanna a 5 anni è stata invece chiesta per l'ex segretario del Comune, Santi Alligo, che si dimise da ogni incarico nei giorni successivi alla breve misura cautelare cui fu sottoposto. La richiesta di condanna a 4 anni ciascuno per entrambi i tecnici dell'ufficio abusivismo, Giuseppe Bonomo e Francesco Livoti, i quali avevano effettuato assieme all’allora vice comandante della polizia municipale i sopralluoghi per verificare gli abusi commessi. Altra condanna a 3 anni è stata richiesta per il fratello dell'ex assessore Angelo Coppolino, Felice Coppolino, comproprietario degli immobili viziati da abusi edilizi. Infine la condanna a 3 anni chiesta per l'avvocato Domenico Floramo, cui si contesta in qualità di difensore dell'architetto Carmelo Rucci, il reato di “favoreggiamento”. Fonte: Gazzetta del Sud