Risanamento, Geraci chiede attenzione: “No a quartieri ghetto e baracche verticali”
In attesa che le ruspe si mettano in moto anche a Camaro Sottomontagna e in via Catanoso, resta aperto il dibattito su cosa si dovrà costruire al posto delle baracche. La strada a dire il vero il Comune l’ha già tracciata con programma Qualità dell’abitare, ma in tema Risanamento c’è chi tiene alta l’attenzione e teme si possano commettere gli errori del passato.
Il consigliere della terza circoscrizione Alessandro Geraci chiede ad esempio maggiore dialogo affinché si faccia rigenerazione urbana senza ulteriori cementificazione. occorre fare chiarezza in città e spiegare ai cittadini con quale linea si vuole proseguire, se da un lato il Subcommissario per il Risanamento Marcello Scurria dichiara “mai più ghetti sociali a Messina” , dall’altra l’amministrazione Basile rilancia con il Pinqua (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare), che prevede la costruzione di nuove unità abitative con palazzine anche da 8 piani, proprio nelle zone di Bisconte , Fondo Fucile e Rione Taormina. Abbiamo gia avuto esempi fallimentari di appartamenti pollaio, proprio in questi villaggi, in cui la vivibilità è ai minimi termini, con situazioni di disagio sociale arrivate all’esasperazione”.
“Il Risanamento – spiega Geraci- non è un’operazione solo edilizia, altrimenti le baracche passano da orizzontale a verticale dentro questi palazzoni, ma deve essere anche sociale, culturale ed economica. Gli ambiti di risanamento sono diversi tra loro, come diverse sono le situazioni familiari e per questo vanno gestiti modulando gli interventi in base al contesto abitativo e territoriale (Bisconte ad esempio va risolto diversamente da Fondo Fucile). Aggiungiamo l’enorme mole di appartamenti inutilizzati in città parliamo del 26,6% (fonte Sole24Ore) che attesta Messina tra le città con dato più alto d’Italia, su questo andrebbe fatto un approfondimento sulla situazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica esistenti come quelli di proprietà I.A.C.P. Tutto questo ci porta ovviamente ad un’altra riflessione in cui certamente la rigenerazione urbana, riqualificando il patrimonio immobiliare esistente , dovrebbe essere l’obiettivo per un territorio fragile come il nostro schiacciato tra monti e mare in cui gli spazi di vivibilità ed aggregazioni sono pochissimi. L ristrutturazione dell’Ex Hotel Riviera è certamente un’ottima notizia che va in questa direzione, cosi come gli alloggi acquistati nel tempo per il tramite di Arisme; a questi strumenti normativi aggiungo il Progetto Capacity, molto apprezzato in città e vincitore del premio ‘Impatto’al Salone dell’innovazione sociale di Milano”.
“Mi auguro – conclude l’esponente 5 Stelle – dunque un confronto tra le parti e le municipalità che restano l’istituzione più vicina a questi territori, al fine di valutare l’utilizzo di tutti gli strumenti normativi a disposizione”.
Intanto il consigliere comunale Libero Gioveni chiede lumi anche sulle famiglie in emergenza abitativa segnalando casi anche tra chi non ha mai abitato in baracca. Il disagio abitativo – spiega il consigliere – non viene vissuto soltanto da chi risiede in baracca, ma anche da chi, per esempio, abbia subìto uno sfratto esecutivo non per morosità oppure un’ordinanza di sgombero, ovvero abbia contemporaneamente una certificazione di antiigienicità dell’abitazione e un disabile grave all’interno del nucleo familiare, oppure ancora dalle giovani coppie”.
Da qui l’invito all’amministrazione comunale. “Chiedo ufficialmente un impegno concreto e forte – conclude il capogruppo di Fratelli d’Italia– è di definire una mappatura degli alloggi attualmente disponibili e varare subito un nuovo bando per dare la possibilità ad altre famiglie che in questi ultimi cinque anni hanno nel frattempo maturato i requisiti, di poter risolvere anch’essi, appunto, il loro stato di emergenza abitativa”.