Ponte sullo Stretto, addio al tetto dei 240mila euro per gli stipendi. Schlein: “Governo indecente”
Questione che aveva provocato dibattito e polemiche quasi un anno fa, alla fine dell’era Draghi: superare il tetto dei 240 mila euro lordi per lo stipendio annuo dei manager pubblici. Grazie ad un correttivo infilato alla chetichella nel decreto Aiuti-bis i mandarini di Stato, dai vertici dei ministeri ai capi delle forze armate, avrebbero così visto lievitare i loro mensili. Peccato che la cosa non sia passata inosservata, tanto da irritare lo stesso ex premier Draghi e portare il governo a rimettere le cose apposto.
Il tentativo e la voglia di andare oltre i 240 mila euro, però, è rimasta. Così nel decreto omnibus che sarà approvato lunedì dal Consiglio dei ministri la società incaricata della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina viene esonerata dalle disposizioni sul tetto di 240mila euro per i manager pubblici. Un modo forse per vedere l’effetto che fa, per capire se i tempi sono cambiati e se, dopo il dibattito sulla revisione delle indennità dei parlamentari, si possano toccare anche altri tipi di compensi.
Le reazioni
Sulla deroga le opposizioni si scatenano. “Indecenti. Dicono che i salari non si fanno per legge. Eppure fanno leggi per togliere il tetto massimo ai salari sopra i 240mila euro mentre affossano il tetto minimo che chiediamo per non scendere sotto i 9 euro all’ora”, afferma la segretaria del Pd Elly Schlein. “Conferma che per Salvini la priorità non sono le infrastrutture o lo sviluppo della Sicilia, ma distribuire regalie ai suoi amici – attacca Riccardo Magi, segretario di +Europa –È sempre la solita barzelletta italiana: opere su cui servirebbe una seria riflessione, nelle mani di questa destra si trasformano in una mangiatoia per Patrioti a spese gli italiani". “Un insulto agli italiani e di questo il governo e Giorgia Meloni in persona se ne devono vergognare - commenta Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs – Non più tardi di un mese e mezzo fa, su mia specifica richiesta, il presidente della società Ponte sullo Stretto di Messina, Pietro Ciucci - al quale avevo chiesto a quanto corrispondesse l'indennità sua e dei consiglieri di amministrazione - mi rispondeva che il totale degli emolumenti per tutti i 5 consiglieri di amministrazione era pari a 125.000 euro, quindi 25.000 euro a persona: mi ero commosso per tanta sobrietà – continua Bonelli - Questa lobby, capeggiata dal ministro Salvini, che ha voluto trasformare il Ponte sullo Stretto di Messina in una mangiatoia di Stato, sta tentando attraverso il governo di introdurre una norma che fa saltare i tetti della retribuzione dei membri del cda”.
Per il deputato Pd Emiliano Fossi “la destra fa i ponti ma... non i tetti. In particolare quelli agli stipendi. Dicono no al salario minimo e poi tolgono il tetto ai compensi dei manager della società per il Ponte Sullo Stretto. Vergogna", scrive su Twitter. Uno “scandalo”, sostiene il vicecapogruppo M5s alla Camera Agostino Santillo, coordinatore del comitato Infrastrutture del M5S. “Lo scenario è il seguente: reddito di cittadinanza no, aiuti alle famiglie contro il caro-vita no, sostegni contro il caro-mutui nemmeno, interventi per attenuare il costo della benzina neanche a parlarne. Questa destra gli unici favori li fa ai soliti noti e a chi ha già. Oltretutto questa scelta conferma che a Salvini delle infrastrutture del Sud non importa nulla. Nemmeno dell'inutile e farsesco ponte sullo Stretto. Al ministro interessa solo ‘l'affare’ ponte, con tutte le sue spartizioni e prebende varie. Uno scempio, messo in piedi sulla pelle dei cittadini e con i loro soldi".
In tarda serata, fonti vicine alla società Stretto di Messina fanno sapere che il decreto volto a rimuovere il tetto dei 240 mila euro per la Stretto di Messina riguarda unicamente il personale dipendente della Società.