Navarra: “7 anni fa Cuzzocrea non si accorse di nulla. E l’Anac lo censura per gli affidamenti”
“Mio malgrado vengo nuovamente tirato in ballo dal prof. Salvatore Cuzzocrea, nell’ambito delle sue presunte operazioni verità”. Giunge puntuale la replica dell’ex rettore Pietro Navarra, dopo che per la seconda volta (la prima pochi mesi fa) viene chiamato in causa in merito alla sua gestione.
“All’inaugurazione del 9 settembre 2016 – replica Navarra – Cuzzocrea era presente in veste di prorettore alla ricerca. Forse era troppo impegnato a segnalarsi a me quale fedele candidato alla mia successione, piuttosto che a seguire i contenuti delle varie dichiarazioni. Se lo avesse fatto, ora ricorderebbe che parlammo – anche questo è riscontrabile dal comunicato – di “avvio delle attività della nuova apparecchiatura Pet Tc”, acquistata insieme al ciclotrone. Tutto ciò – fu detto anche questo – come tappa di un percorso avviato dal prof. Francesco Tomasello, a cui andava il merito di avere intercettato il finanziamento. Il prof. Cuzzocrea, da prorettore alla Ricerca, avallò anche il capitolo dedicato alla sua delega, nel report che ogni fine anno preparavamo per riassumere alla comunità accademica le azioni di Governo, nel quale si ribadiva l’avvio di un nuovo modello, che iniziava proprio dall’entrata in funzione della Pet Tc nella fase diagnostica. Eppure, il mio mandato da rettore è sempre stato caratterizzato da un confronto continuo con tutte le componenti della squadra, ma evidentemente allora il prof. Cuzzocrea non riscontrò nulla di anomalo in quella inaugurazione”.
“5 anni e mezzo per far entrare in funzione il ciclotrone”.
“Il Ciclotrone, che nell’ambito del processo produce il radiofarmaco sulla base dei dati diagnostici, avrebbe dovuto entrare in funzione in una fase successiva. Nel restante anno del mio mandato non avvenne, per problemi legati soprattutto al profilo sanitario e non a quelli più specificamente universitari. Tuttavia, trovo assolutamente normale che la successiva amministrazione abbia ora ultimato questo percorso. D’altronde, ciò che io non ero riuscito a fare in poco più di un anno, la messa in funzione del Ciclotrone, il prof. Cuzzocrea l’ha fatto in cinque anni e mezzo”.
“E magari, come già fatto maldestramente in passato, sulla base di queste precisazioni, al prof. Cuzzocrea toccherà anche stavolta registrare un videomessaggio di solidarietà da inviare alla comunità accademica, ma… questa volta lo dovrà indirizzare a sé stesso”.
La relazione Anac.
“Ciò detto, nelle parole del rettore voglio cogliere un invito, che non solo accetto, ma appoggio convintamente. Ritengo, infatti, che l’“operazione verità” di cui parla sia quanto mai attuale e necessaria per l’Università di Messina, anche e soprattutto alla luce di alcune osservazioni riferite all’operato dell’Ateneo contenute nella relazione annuale dell’Autorità Nazionale Anticorruzione 2023 per l’anno 2022, che proprio oggi è stata presentata in Parlamento. A pagina 251 viene ribadita, infatti, la mancata sussistenza dei presupposti per l’applicazione del regime derogatorio di cui all’articolo 2, comma 4 del DL n. 76/2020, usato dall’amministrazione guidata da Cuzzocrea per deliberare affidamenti diretti sopra soglia, senza alcuna gara d’appalto, per un valore complessivo di circa 35 milioni di euro. Leggendo la relazione dell’Anac vi è di più. Anche qualora si ammettesse l’applicazione del regime derogatorio in esame – affermano i giuristi dell’Anac – non ricorrerebbero, comunque, i presupposti per gli affidamenti diretti, per importi superiori alle soglie comunitarie, come previsto anche dal citato decreto legge. Auspico, per amore di verità, che chi di dovere faccia presto chiarezza sulle gravi e circostanziate censure che l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha mosso all’Ateneo di Messina, le cui eventuali pesanti responsabilità potrebbero far tornare la nostra Università a vivere vicende simili a quelle che, purtroppo, in passato ne hanno danneggiato enormemente nome e reputazione”.