Il condizionamento mafioso esercitato dal clan dei “Mazzarroti” sulle elezioni amministrative del 2007 a Furnari: “Torrente”, richiesta la conferma delle pene
Ieri in Corte d’Appello, il pm Alessandro Liprino, applicato dalla Procura generale, ha chiesto la conferma delle condanne decise nel processo di primo grado con sentenza del 1 marzo 2021 per 6 imputati. Si tratta del processo scaturito dalle indagini intraprese nel 2008 a seguito dell’operazione Vivaio e che poi, il 5 novembre 2010, sfociarono nell’operazione antimafia “Torrente” che avrebbe svelato un presunto condizionamento mafioso esercitato dal clan dei “Mazzarroti” sulle elezioni amministrative del 2007 a Furnari. Pressioni che secondo l’accusa sarebbero state esercitate in cambio dell’esecuzione di piccoli lavori di pronto intervento a seguito dell’emergenza scaturita dall’alluvione che aveva colpito la zona. L’operazione, infatti, fu poi portata a termine con gli arresti effettuati all’alba del 5 novembre 2010 dai carabinieri del Ros. Arresti avvenuti tra Furnari e Mazzarrà.
La richiesta di conferma delle pene determinate nel processo di primo grado avanzata dalla Procura generale si riferisce alle condanne: a 7 anni e 7 mesi di reclusione per l’ex sindaco di Furnari, Salvatore Lopes; e per i due boss che si sono succeduti ai vertici del clan dei “Mazzarroti”, una costola della “famiglia mafiosa dei Barcellonesi”: 3 anni per l’ex boss divenuto collaboratore di giustizia Carmelo Bisognano; mentre 4 anni e 1.500 euro euro di multa era stata la condanna per l’irriducibile boss Tindaro Calabrese. Le altre condanne per le quali è stata chiesta la conferma sono: i 10 anni di reclusione per Leonardo Arcidiacono, imprenditore di Catania all’epoca con interessi nel settore turistico di Portorosa; di 8 anni per Sebastiano Placido Geraci, di Furnari; e infine 7 anni di reclusione decisa per Roberto Munafò, piccolo imprenditore di Furnari. Dopo l’intervento del rappresentante della Procura generale sono intervenuti i legali delle parti civili costituite in giudizio: il Comune di Furnari, patrocinato dall’avv. Carmelo Scillia che ha chiesto la conferma delle statuizioni civili stabilite in primo grado (il risarcimento dei danni in solido da stabilirsi in separata sede in favore del Comune di Furnari) per gli imputati Tindaro Calabrese, Leonardo Arcidiacono, Placido Geraci, Salvatore Lopes e Roberto Munafò. Stessa richiesta di risarcimento dei danni a carico di 5 imputati in favore della costituita parte civile, l’ex sindaco di Furnari Mario Foti, difeso dall’avv. Massimo Alosi. La sentenza d’Appello sarà pronunciata al termine dell’udienza del 22 settembre dopo gli interventi difensivi degli avvocati Franco Bertolone, Pinuccio Calabrò, Tino Celi e Fabio Repici.