La bancarotta dei “Fratelli Levì” a Messina: condannato a 2 anni imprenditore calabrese
L’accusa aveva chiesto l’assoluzione. I giudici hanno invece ribaltato tutto decidendo per la condanna. È questo l’esito del processo conclusosi ieri in primo grado per il 79enne Vittorio Cutugno, l’imprenditore di origini calabresi titolare della famosa ditta “F.lli Levi”, molto nota anche in passato per la vendita di pellicce.
L’uomo, che in questa vicenda è stato assistito dall’avvocato Carlo Autru Ryolo, rispondeva in concorso con Concetta Zullo (che è deceduta), della bancarotta fraudolenta della ditta “F.lli Levi s.a.s. di Zullo Concetta.
Ieri l’accusa, il pm Alessandro Liprino, aveva chiesto l’assoluzione dell’imprenditore, mentre invece il collegio della sezione penale presieduto dal giudice Maria Eugenia Grimaldi lo ha condannato a 2 anni di reclusione.
In concreto l’accusa contestava a Cutugno e alla Zullo una serie di azioni precise: «… perché, in concorso tra loro – Zullo Concetta quale socio accomandatario dell’impresa “F. ili Levi S.a.s. di Zullo Concetta”, dichiarata fallita dal Tribunale di Messina in data 6.5.19; Cutugno Vittorio quale rappresentante legale dell’impresa “F. lli Levi di Vittorio Cutugno” – distraevano i beni aziendali (scrivanie, poltroncine, banchi vendita, manichini, scaffalature, divani) dell’impresa “F. Ili Levi S.a.s. di Zullo Concetta”, che venivano conferiti a beneficio dell’impresa “F. lli Levi di Vittorio Cutugno” in data 30.4.18, senza che quest’ultima provvedesse al pagamento di alcun corrispettivo, così determinando il subentro di fatto dell’impresa “F. Ili Levi di Vittorio Cutugno” nella medesima attività e presso i medesimi locali della società poi fallita».
In pratica secondo l’accusa è avvenuto il classico “svuotamento” della precedente impresa commerciale, poi dichiarata fallita, per far confluire i beni d’azienda nella nuova avventura commerciale, senza dover reinvestire le somme per l’avviamento.