LA MORTE DI SALVATORE MARCHETTA, CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO PER DUE IMPRENDITORI
Sono due le richieste di rinvio a giudizio per la morte di del quarantottenne messinese Salvatore Marchetta, lavoratore dipendente della ditta 'Progetto Neon', specializzata nella progettazione e nella produzione di serramenti in alluminio multimarca, vittima di un incidente sul lavoro mentre montava una zanzariera in un appartamento di salita Passiatore nei pressi del torrente Pace.
Il giudice per le indagini preliminari Fabio Pagana ha fissato per il 24 maggio l’udienza in relazione alla richiesta formulata dalla pm Anita Siliotti nei confronti di Antonio Mencaroni, 69 anni, e Maurizio Traina, 48 anni, difesi, rispettivamente dagli avvocati Giovanbattista Freni e Antonino Cacia.
Ai due titolari delle ditte impegnate nel cantiere, sono contestati i reati di omicidio colposo e violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni perché "in cooperazione colposa tra loro, cagionavano la morte di Salvatore Marchetta", deceduto lo scorso 26 maggio.
"Siamo certi che la MT costruzioni - dichiara l'avvocato Nino Cacia - riuscirà a dimostrare l'assoluta liceità delle condotte. Nessun addebito può essere mosso al legale rappresentante dell'impresa: i lavori di cantiere erano conclusi e lo sfortunato dipendente era in forza ad altra ditta".
Parti offese sono i familiari Salvatore Marchetta, Vincenza Grasso, Gaetano Marchetta, Rosy Marchetta, Rosa Barbera, Luciano Marchetta, Giovanni Marchetta, Lucia Marchetta, Maria Marchetta e Antonio Marchetta.
A GENNAIO SCORSO LA CHIUSURA DELLE INDAGINI.
Si erano concluse nel gennaio scorso le indagini dal Pm Anita Siliotti per la morte nel maggio del 2022 di Salvatore Marchetta.
Sotto indagine il 69enne Antonio Mencaroni e il 49enne Maurizio Traina, titolari delle ditte impegnate nel cantiere.
Maurizio Traina, è indagato nella qualità di titolare della ditta MT costruzioni, "per colpa consistita nella violazione delle norme dell'art. 111 comma 6 del D.Lgs 81/08, omettendo di ripristinare i dispositivi di protezione collettiva contro le cadute dall'alto, dopo averli rimossi (prima che fosse comunicata la fine dei lavori edili di ristrutturazione e di ampliamento), contribuiva a cagionare il decesso di Marchetta Salvatore".
Antonio Mencaroni è indagato per "colpa consistita nella violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro... omettendo di richiedere l'uso da parte del lavoratore Marchetta dei dispositivi di protezione collettivi ed individuali, contribuiva a cagionare il decesso".
La procura contesta ad entrambi gli indagati i reati di omicidio colposo e violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni.
Secondo l'accusa avrebbero "in cooperazione colposa tra loro, cagionato la morte di Marchetta, il quale il 26 maggio 2022, precipitando da un balconcino (privo di ringhiera, vedi foto Edg) esistente al primo piano dell'immobile sito all'interno del condominio di via Salita Passiatore n. 3 a Villaggio Pace, mentre eseguiva dei lavori di montaggio di una zanzariera, riportava lesioni personali consistite in 'politrauma, in paziente in stato comatoso' con fratture vertebrali, contusioni polmonari, fratture costali... in conseguenza delle quali nella stessa data decedeva presso l'Ospedale Papardo di Messina".