“Vittime della Falange Armata”, presentata a Roma l’associazione di cittadini che vogliono cercare la verità sulla ‘stagione delle stragi’
di Luca Grossi - Era il 31 ottobre del 2022 quando Stefano Mormile, fratello dell'educatore carcerario Umberto Mormile assassinato l'11 aprile 1990, aveva annunciato la creazione dell'Associazione dei familiari delle vittime della Falange Armata.
Sabato 25 marzo a Roma, presso la Biblioteca Interculturale "Cittadini del Mondo" è stata infine presentata: il suo obbiettivo è di ottenere, in sede giudiziaria, la rilettura dei fatti avvenuti in Italia tra il 1990 e il 1994.
“Questa è l’ultima occasione per avere verità e giustizia” ha detto Salvatore Borsellino presente in video collegamento, "spero che da questa associazione possa nascere una spinta per le indagini sulle stragi" e - ha poi aggiunto Roberta Gatani - "per cercare di aggiungere altri pezzi di verità su quel periodo terribile della nostra storia".
"Ce ancora bisogno di capire cosa è successo in quei quattro anni e per capirlo bisogna unire quei fatti volutamente separati" ha aggiunto il promotore dell’associazione, Stefano Mormile. “I fatti efferati accaduti in quei quattro anni sono stati spesso indagati singolarmente, mai nessuno ha pensato che unendo tutti questi fatti si scoprisse un disegno, un filo rosso, che li unisce, dietro il quale si può leggere un progetto criminale eversivo a firma ‘Falange Armata’. Per arrivare alla verità in questo paese serve unirsi”.
"Abbiamo deciso di unire le nostre forze" anche con la collaborazione di "esperti del settore" per riaprire fronti giudiziari tra cui l'ex magistrato Giovanni Spinosa (autore del libro L'Italia della Uno Bianca) e Giorgio Mazzetti.
"Raccogliamo la documentazione e la trasformiamo in documenti e cominciamo a chiedere attraverso quella documentazione - che rappresenta una chiave di lettura univoca - e chiamiamo gli investigatori" ha detto Mormile, ricordando che "ci sono dietro menti raffinatissime che hanno idealizzato un piano eversivo di una violenza inaudita" modulata da una rete eversivo-terroristica composta da poche decine di persone: agenti segreti, forze dell’ordine, malviventi e torbidi affaristi.
Perché il progetto di questo consorzio criminale non è stato contrastato dallo Stato? Mentre un’alluvione di depistaggi depotenziava gli eventi e offuscava la visione del loro concatenamento, le indagini si indirizzavano su singoli fatti delittuosi in una superata e inefficace distinzione fra criminalità, mafia ed eversione. Alla fine di una stagione di sangue – una lunga e anomala coda della strategia della tensione – la Falange ha potuto inabissarsi nelle nebbie della sua presunta evanescenza e mantenere l’anonimato dei suoi adepti, dei quali neppure uno è stato portato in giudizio. Come sarebbe stato per gli iscritti alla P2, se la loro lista non fosse stata scoperta.
Per l’avvocato Fabio Repici “fin dalle stragi del periodo della ‘strategia della tensione’ la verità e la giustizia sono state raggiunte sempre grazie a costo di enormi sforzi da parte dei parenti delle vittime” con una quasi totale diserzione da parte delle istituzioni.
Anche per questo motivo nasce l'associazione: per non lasciare soli i singoli nella ricerca della verità e per impedire che cali il velo del silenzio. D'altronde, come ha detto Brizo Montinaro, "quando si tace si dà parola a chi parola non dovrebbe proferire". Fonte: antimafiaduemila.com