Al Multisala Iris di Messina la proiezione speciale de “Il gabbiano più inutile del mondo”
Martedì 21 febbraio, alle 21.00, al Multisala Iris di Messina verrà presentato Il gabbiano più inutile del mondo, documentario diretto da Giuseppe Lanno, con l’artista Igor Scalisi Palminteri. L’autore e il protagonista saranno presenti in sala: dopo la proiezione seguirà un incontro moderato da Pier Paolo Zampieri, professore di Sociologia al COSPECS dell’Università di Messina.
Dopo un cortometraggio sulla figura del musicista catanese Cesare Basile, Lanno firma il suo primo lungometraggio; una conversazione lunga un anno, che tocca alcuni dei lavori più significativi di Palminteri, scultore, pittore e street artist, si trasforma in una ricerca sull’identità e l’autodeterminazione. «Non volevo concentrarmi solo sulla figura artistica di Igor, – spiega il regista –, ma anche porre delle domande a cui cercavo delle risposte rispetto al mio percorso di autore. Volevo parlare con Igor di libertà e così l’ho seguito. Igor ha delle particolarità biografiche distanti dalle mie, è una persona estremamente spirituale; mi affascinava esplorare l’idea di libertà. Il suo è un percorso di libertà».
«È stata un’esperienza molto bella. Mi sono sentito molto a mio agio. Giuseppe – racconta Igor Scalisi Palminteri – è stato capace di raccontare delle cose con molta discrezione, nonostante io portassi avanti il mio lavoro. Questo documentario mi ha permesso di fare un punto del mio percorso artistico e umano: un momento di passaggio, perché adesso sento che il mio lavoro si è spostato definitivamente da uno studio a una strada, ai quartieri. Questa consapevolezza è nata anche grazie all’indagine che abbiamo affrontato con Giuseppe».
Il documentario, uscito ad agosto 2022, è stato girato tra Palermo, Agrigento e Ragusa. «Quasi tutto il film è concentrato nel capoluogo siciliano – continua Lanno –, e in modo particolare, nel quartiere dello Sperone: proprio qui, infatti, Igor stava inaugurando un muro, proprio quello del gabbiano che dà il titolo al documentario; è il quartiere in cui ha lavorato con più costanza negli ultimi anni. Uno dei quartieri più difficili di Palermo». «Lo Sperone – aggiunge Scalisi Palminteri – rappresenta tutte le periferie non solo geografiche, ma anche le nostre, quelle umane. Sono attratto dai luoghi fragili che hanno bisogno di cura. È una parte della mia città irrisolta. Ho scelto di raccontarlo, innescando percorsi di positività, tramite lo strumento dell’arte e della pittura».
Un documentario che racconta il desiderio di Giuseppe Lanno di capire se, durante il processo creativo, un artista è davvero libero o condizionato dal contesto sociale e culturale. Un film che declina il concetto di libertà, per riflettere su come arrivare a diventare chi vogliamo essere.
A questo link per i biglietti: https://iris.18tickets.it/film/12369. Dopo Messina, il 22 febbraio Il gabbiano più inutile del mondo farà tappa al Teatro Coppola di Catania.
BIO Giuseppe Lanno – È un filmmaker e fotografo siciliano con base a Bologna. Laureato al DAMS, si specializza in sceneggiatura a Los Angeles presso il Film Connection Institute. Pur dedicandosi a produzioni di vario genere, il suo lavoro è molto legato alla musica, infatti realizza numerosi videoclip, documentari e materiali promozionali per artisti nazionali e internazionali, così come per festival e istituzioni. I suoi lavori sono principalmente orientati al mondo dell’arte.
BIO Igor Scalisi Palminteri – Artista palermitano, all’età di 20 anni entra a far parte dei frati cappuccini e vi trascorre 7 anni. Diplomato in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Palermo ha esposto in numerose mostre personali e collettive, in Italia e all’estero. Dal 2018 sceglie di dedicarsi quasi esclusivamente agli interventi per strada, luogo dove opera dialogando con gli abitanti e cercando di diffondere attraverso l’arte un senso di comunità e di cura. Le sue opere hanno un valore che va oltre l’estetica, a volte diventano patrimonio dei luoghi in cui si trovano. Tra le opere più recenti: La Santa Morte, San Benedetto il Moro, Viva Santa Rosalia.