Processo d’appello Fenapi, l’accusa chiede 3 anni di carcere per Cateno De Luca. Il 19 dicembre la sentenza
Si è aperto in Corte d'appello il processo di secondo grado per la presunta evasione fiscale da un milione e 700mila della sua creatura, la Fenapi, con la diramazione Caf-Fenapi. La Procura ha infatti appellato la sentenza assolutoria di primo grado.
Il sostituto procuratore generale Felice Lima ("sentenza assolutoria di primo grado stupefacente"), a inizio udienza, ha reiterato le richieste formulate in primo grado: 3 anni per De Luca e 2 per i collaboratori Carmelo Satta, all'epoca presente della Fenapi, e per il commercialista Giuseppe Ciatto, il professionsta che curava la contabilità.
Il prossimo 19 dicembre, giorno in cui è prevista la sentenza, prenderà la parola l'avvocato Giovanni Mannuccia che oggi si è opposto alla richiesta di riapertura dell'istruttoria dibattimentale.
La nota del collegio di difesa
“Il collegio di difesa di Cateno De Luca, Carmelo Satta e Giuseppe Ciatto residui imputati di un processo per presunte violazioni tributarie già assolti in primo grado perché il fatto non sussiste, intendono stigmatizzare il comportamento del procuratore generale platealmente allontanatisi dall’aula appena iniziata la discussione dei difensori degli imputati, per la inconsistenza e astrattezza della requisitoria per essersi intrattenuto prevalentemente su fatti non oggetto di contestazione, dimostrando per il resto ignoranza degli atti processuali e scarsa considerazione per sentenze passate in giudicato di assoluzione di coimputato dello stesso reato. Le richieste di condanna formulate per gli stessi imputati si collocano in questo vuoto assoluto di cognizione degli atti e di interpretazione dei fatti”.