11 Ottobre 2022 Senza categoria
“Stefano non è, né mai sarà, il freddo numero di un caso giudiziario colposamente archiviato perché prescritto. Resterà il ragazzo con la giacca rosa, il ciuffo ribelle, gli auricolari alle orecchie, che voleva correre incontro a un futuro tutto da costruire, da sperimentare, da vivere. Vittima della malasanità o più ancora vittima di una certa giustizia”.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha risposto ad una lettera aperta inviatagli da Tindaro Terranova, padre di Stefano, tragicamente scomparso nel 2013 ad appena 18 anni. Lo comunica lo stesso Tindaro Terranova.
Morire 'di ospedale'.
Una vita felice e spensierata, studio, amici, progetti, fino alla mattina del 3 maggio del 2013. Stefano si è sentì male a scuola e dopo poche ore la terribile diagnosi: angioma cavernoso del bulbo sinistro.
Trasportato d’urgenza in un noto ospedale milanese specializzato in patologie neurologiche, Stefano ha subito un lungo intervento che ha dato esito positivo. Il decorso post chirurgico sembrava eccellente e si stava pensando al percorso riabilitativo più efficace quando, per cause ancora poco chiare a distanza di anni, la situazione è precipitata portando al triste epilogo del 2 giugno 2013.
In un libro, uscito nel 2019, scritto da Maria Azzurra Ridolfo, con la supervisione dell'avvocato Mariella Cicero, intitolato “Fiordaliso – Morire a 18 anni “di “ospedale”, la scrittrice ripercorre gli ultimi giorni di vita di Stefano che si imbatte in una serie imperdonabile di errori posti in essere dai sanitari della struttura ospedaliera che causano il suo decesso “di” ospedale.
E proprio questo libro è stato inviato da Tindaro Terranova al presidente Sergio Mattarella, insieme ad una lettera aperta.
“Non chiedo indagini o risposte. Le chiedo di onorare la memoria di mio figlio conservando nella sua biblioteca personale il libro “Fiordaliso – morire a 18 anni di ospedale“, che racconta gli ultimi frangenti dolorosi della sua giovane vita terrena, il suo calvario, il suo golgota.
Poche righe di un padre, per chiedere al Presidente della Repubblica, nella sua veste morale ed etica che incarna il sentimento della Nazione, di consegnare dalla cronaca alla storia la giovane esistenza di Stefano e il suo messaggio: Dove è l’errore ch’io porti la verità!”
Con altrettanta sobrietà il Presidente della Repubblica ha risposto di suo pugno al padre di Stefano, accogliendo la richiesta ed esprimendo vicinanza all’uomo e al suo dolore.
“La ringrazio molto per “Fiordaliso”. – scrive Mattarella – Conserverò il libro nella mia biblioteca e le esprimo la mia vicinanza. Grazie per la dedica.”