La sentenza: Ergastolo per Antonino De Pace, il fidanzato di Lorena Quaranta uccisa il 31 marzo 2020
La Corte d'assise presieduta dal giudice Massimiliano Micali, ha deciso il carcere a vita per Antonino De Pace, il fidanzato di Lorena Quaranta. I giudici hanno escluso due delle tre aggravanti contestate dall'accusa, ovvero la premeditazione e i cosiddetti 'motivi abietti e futili', mentre hanno riconosciuto sussistente quella relativa al rapporto di convivenza che i due giovani avevano. Riconosciuti anche una serie di risarcimenti, a carico di De pace, in favore dei familiari di Lorena, i genitori e i fratelli, costituiti parte civile con l'avvocato Giuseppe Barba, sia immediati per l'importo di 50mila e 30mila suo a seconda del grado di parentela, sia da stabilire successivamente nel futuro processo civile.
A maggio il sostituto procuratore Roberto Conte aveva chiesto l'ergastolo per l’infermiere calabrese 28enne reo confesso dell’uccisione della giovane di Furci Siculo avvenuta il 31 marzo del 2020 in piena fase pandemica del primo drammatico lockdown.
Lo scorso febbraio era stata stabilità l'imputabilità del giovane dopo il deposito della perizia che acclarava come non ci fossero elementi tali per configurare un quadro psichiatrico.
Il pm Roberto Conte contestava al giovane di aver ucciso la fidanzata tramortendola con un oggetto e, una volta immobilizzata, di averla soffocata.
Contestate anche tre aggravanti: in particolare, l'aver premeditato l’omicidio in quanto aveva inviato prima dei messaggi a familiari in cui diceva di voler trasferire dei risparmi che aveva accumulato ai nipoti; messaggi che poi aveva cancellato. Inoltre, secondo l’accusa, era entrato nella camera da letto dove c’era Lorena con un oggetto per colpirla e tramortirla. Infine, i magistrati gli contestavano le aggravanti di aver commesso il fatto contro una persona a lui legata da vincoli affettivi e convivente e per motivi abbietti e futili.
I difensori - gli avvocati Bruno Ganino e Ilaria Intelisano - avevano chiesto il giudizio abbreviato condizionato allo svolgimento di una perizia psichiatrica, ma il gup aveva rigettato l'istanza perchè il rito alternativo, per gli omicidi aggravati commessi in periodo successivo al febbraio del 2019, non è più consentito.
Lorena Quaranta era una promettente studentessa universitaria, frequentava l'ultimo anno della facoltà di Medicina, e presto si sarebbe laureata.