IL ‘MARE NEGATO’ A TORRE FARO, MOBILITAZIONE E PROPOSTE DEL CANDIDATO DIEGO INDAIMO
L’area di Capo Peloro rappresenta una della zone di mare più belle della nostra città. E’ un patrimonio naturale di cui tutti dovrebbero liberamente fruire. Eppure, un ampio tratto di spiaggia ricadente in questo territorio, circa 1 km, è precluso ai cittadini.
La vicenda ha origini lontane, risalenti agli anni '70, quando vennero espropriati i terreni per la costruzione della strada, l'attuale "Circonvallazione Tirrena", che collega Capo Peloro al lago Piccolo di Ganzirri. In quella occasione venne lasciata ai legittimi proprietari una striscia di terreno a ridosso della spiaggia dove nel tempo sono state create chiusure con staccionate di metallo e cancelli. L’accesso al mare è, così, permesso solo ai possessori delle chiavi che usufruiscono, di fatto, di una spiaggia ad uso privato.
Gli altri residenti sono, pertanto, costretti a percorrere circa un chilometro di strada per arrivare alla spiaggia, pur abitando davanti ad essa. Negli anni passati essi hanno cercato di opporsi a questa condizione. Nel lontano 2015 hanno anche effettuato una raccolta firme, presentata al Comune. Da allora però, nulla è cambiato, anzi, alcuni varchi presenti a causa del crollo di muretti, che in qualche modo agevolavano l'arrivo al mare, sono stati chiusi. Non è più fruibile neanche un accesso adiacente a un locale attualmente non operativo che la stagione scorsa era stato utilizzato da tanti bagnanti.
"Ieri pomeriggio, martedì 24 maggio - scrive in una nota il candidato al consiglio comunale del Partito democratico Diego Indaimo - mi sono recato sul posto dove mi attendevano molti cittadini che subiscono da anni un disagio inaccettabile e assurdo. Con loro abbiamo concordato i termini di una mobilitazione che metta fine a un problema che dura da troppo tempo. L’obiettivo è quello di permettere a tutti di accedere al mare attraverso dei varchi che possono essere previsti ogni 250 metri. Si tratta, in fin dei conti, di rispettare la normativa di legge in materia, confermata da numerose sentenze della Cassazione (su tutte la 24390/2017 e la 13925/2020). Da consigliere comunale mi batterò affinché il Comune convochi una conferenza di servizi che metta attorno a un tavolo tutte le istituzioni interessate alla vicenda (Comune, Demanio, Prefettura) al fine di individuare idonee soluzioni. La strada potrebbe essere quella di procedere a degli espropri per realizzare dei varchi o di imporre ai proprietari delle servitù di passaggio di 1,5 metri ogni 250 metri. In questo modo troverebbe applicazione il principio di legge secondo il quale non può essere ostacolato l’accesso al mare e si consentirebbe a tutti, disabili compresi, di potersi recare liberamente in spiaggia. La questione, peraltro, va risolta anche per questioni di sicurezza, in quanto in caso di calamità naturale non sarebbe possibile l'evacuazione dei cittadini sulla spiaggia, né l'arrivo di aiuti e soccorsi via mare".