L’INCHIESTA: Gli aerei USA di Sigonella e i misteri dell’affondamento dell’incrociatore russo nel Mar Nero
di Antonio Mazzeo - L’affondamento dell’incrociatore russo “Moskva” a largo di Odessa dopo essere stato colpito da uno o più missili, mercoledì 13 aprile. Certamente l’evento più traumatico per le forze armate e l’opinione pubblica della Federazione Russa in questi due primi mesi di guerra all’Ucraina.
Sono ancora fittissimi i misteri sulle dinamiche e sulle unità ucraine protagoniste dell’attacco, top secret il numero delle vittime. Un elemento a dir poco imbarazzante è però stato accertato: l’intera operazione militare contro la nave ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero è stata “monitorata” e registrata a poche miglia di distanza da un pattugliatore marittimo Boeing P-8A “Poseidon” della Marina militare USA, decollato qualche ora prima dalla stazione aeronavale di Sigonella.
Sulla centralità della grande base militare USA e NATO “ospitata” in Sicilia per le operazioni di intelligence nel sanguinoso conflitto Russia-Ucraina si è soffermato un articolo comparso il 20 aprile sull’autorevole quotidiano londinese The Times, prontamente ripreso dal francese Le Figaro e - solo parzialmente - da alcuni organi di stampa italiani. Oggetto dell’inchiesta le evoluzioni aeree in Mar Nero del pattugliatore “Poseidon” prima e durante l’attacco contro l’incrociatore lanciamissili russo. Una missione, quella dell’aereo USA partito da Sigonella, che potrebbe aver contribuito in maniera determinante al “successo” dell’operazione delle forze armate di Kiev.
“Un Boeing P8 Poseidon era a meno di 100 miglia dal Moskva il giorno che l’incrociatore russo ha subito un danneggiamento catastrofico”, esordisce The Times. “Si crede che centinaia di marinai siano morti quando l’unità ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero è stata colpita da almeno un missile ucraino anti-nave Neptune. Il suo affondamento ha drammaticamente ridotto la probabilità di un assalto anfibio su Odessa e ha inferto un colpo all’operatività della Russia nel Mar Nero”.
Il quotidiano londinese ricostruisce dettagliatamente il volo del pattugliatore marittimo di US Navy sin dal decollo dallo scalo siciliano. “Il 13 aprile, un P8, identificato con il codice AE681B, ha lasciato la base aeronavale USA di Sigonella, per dirigersi verso il Mar Nero”, rivela The Times. “Esso è stato tracciato per la prima volta in volo sul Mediterraneo alle ore 13.32 (fuso orario di Kiev). I dati forniti da FlightRadar24 mostrano che il P8 ha sorvolato i Balcani e la Bulgaria, per poi raggiungere la costa rumena sul Mar Nero nelle prime ore del pomeriggio”.
“Il velivolo è stato localizzato per l’ultima volta mentre volava sulla città di Valea Nucarilor in Romania, a circa 12 miglia dalla frontiera con l’Ucraina, alle ore 15.27. A quel punto il P8 era a meno di un centinaio di miglia da dove è stato colpito l’incrociatore Moskva. All’ora in cui è scomparso ai monitor di FlightRadar24, il P8 si era abbassato in volo da un’altitudine di 29.000 piedi a 11.900 (da 8.840 a 3.627 metri, nda)”.
Sempre secondo The Times, nelle successive tre ore è stato impossibile per i radar tracciare la rotta del pattugliatore di US Navy. “Alla fine esso è riapparso alle ore 18.23, mentre volava sulla costa del Mar Nero in prossimità della città di Casimcea in Romania, a circa 37 miglia dalla sua ultima posizione documentata”, spiega la testata inglese. “Dopo 19 minuti, il P8 ha spento ancora una volta il suo transponder, per riapparire 42 minuti più tardi vicino Abrud, nella Romania meridionale, alle ore 19.24, per poi rientrare alla base di Sigonella. Il primo report noto su quanto stava accadendo al Moskva risale alle ore 20.42, quando un volontario ucraino con legami con i militari ha postato un messaggio su Facebook. Alle 22.31 il governatore ucraino di Odessa ha fornito la prima conferma ufficiale sullo strike”.
Secondo quanto dichiarato a The Times da alcuni analisti militari, velivoli come i P-8A “Poseidon” sarebbero soliti disattivare i loro transponder, per non essere localizzati dai radar, quando entrano in una zona di conflitto. “Amelia Smith, un’analista statunitense indipendente dei dati aerei, ha affermato che la presenza del P8 il 13 aprile era inusuale, ma non del tutto fuori dall’ordinario”, scrive il quotidiano. “Lei ha anche detto che in quella giornata c’è stato un numero leggermente maggiore di velivoli USA che hanno sorvolato le coste del Mar Nero”. The Times ha ottenuto conferma da un alto ufficiale delle forze armate USA, mantenuto anonimo, sulla conduzione di “alcuni limitati pattugliamenti aerei a largo delle coste della Romania, in linea con il nostro supporto al Fianco est della Nato”, ma non sono stati forniti dettagli sulle finalità delle operazioni svolte in quella giornata.
“Il Segretario della difesa USA, Lloyd Austin, ha ammesso questo mese che gli Stati Uniti stanno fornendo intelligence ai militari ucraini nella regione del Donbas, la prima ammissione pubblica che sono state condivise informazioni classificate con Kiev”, sottolinea The Times. “Il Boeing P8 Poseidon che costa 330 milioni di dollari circa, è il più sofisticato velivolo dell’arsenale USA per individuare i sottomarini e le unità da guerra di superficie. Esso utilizza sonoboe contro le unità nemiche e può essere equipaggiato pure con sofisticati radar APY-10. Anche se le sue capacità operative sono secretate, è parere degli esperti che un P8 può mappare con i radar un’area di 10.000 metri quadri da una distanza di più di 220 miglia, è ciò significa che il Moskva poteva essere tracciato perfettamente il giorno del suo affondamento”. Ancora più inquietante quanto scrive invece il quotidiano francese Le Figaro: “Il P8 Poseidon è pure armato con missili antinave AGM-84 Harpoon e siluri Mark 54. Sono simili ai sistemi impiegati a bordo del velivolo equivalente francese ATL2, utilizzato con il gruppo aeronavale da febbraio ad aprile 2022 (nel Mediterraneo orientale, nda), guidato dalla portaerei Clémenceau”.
L’impiego cobelligerante dei pattugliatori “Poseidon”, congiuntamente ai droni Global Hawk di US Air Force e AGS Nato (anch’essi dalla base siciliana di Sigonella), è divenuto frenetico soprattutto dopo l’attacco missilistico contro l’incrociatore russo. “Negli ultimi due giorni abbiamo registrato diverse nuove missioni dei Poseidon a largo delle coste di Bulgaria e Romania, dopo la prima missione risalente al 12 aprile scorso”, scrivono gli analisti di Itamilradar.com nel loro report del 21 aprile, quando è stata tracciata l’ultima operazione top secret sul Mar Nero di un P8. “Molto probabilmente essi stanno monitorando la situazione nel Mar Nero di fronte ad Odessa per conoscere le intenzioni della flotta russa riguardo a un possibile sbarco nei pressi della città ucraina (che oggi, dopo l’affondamento del Mockva e il ritiro in mare aperto delle unità russe, sembra meno imminente di qualche giorno fa)”.
I “Poseidon” sono stati consegnati alla Marina militare USA a partire dal marzo 2012. Predisposti per la lotta antisommergibile ed antinave e per le attività di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR), i P8 sono stati realizzati da Boeing modificando i velivoli 737/800 impiegati nel settore commerciale. Alla produzione dei pattugliatori hanno pure contribuito altre importanti aziende del comparto militare come Northrop Grumman, Raytheon, Spirit AeroSystems, BAE Systems e GE Aviation.
Il Comando di US Navy ha deciso di localizzare a Sigonella la flotta dei P-8A destinata ad operare nel Mediterraneo, in Africa settentrionale e in Europa orientale nell’ambito del cosiddetto programma Bams (Broad Maritime Area Surveillance) di “rafforzamento della propria superiorità strategica nello svolgimento di missioni prolungate ISR”, a fianco dei droni Global Hawk di US Navy e di quelli AGS NATO la cui piena operatività è stata conseguita nei giorni scorsi nella base siciliana. Nel 2016 il Dipartimento della difesa ha ottenuto dal Congresso l’autorizzazione a costruire a Sigonella gli hangar e le infrastrutture di supporto per i “Poseidon” e per la nuova generazione di grandi aerei-spia senza pi