Presidio Ospedaliero di Sant’Agata Militello, l’avv. Starvaggi: politica assente, non resta che rivolgersi alla Magistratura Penale
Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa dell'avvocato Paolo Starvaggi relativa al progressivo depotenziamento del presidio di Sant’Agata Militello, ("di cui Mancuso è il principale responsabile"), e dal contrapposto e correlato progressivo potenziamento del presidio ospedaliero di Patti.
Nei giorni scorsi si è assistito ad un acceso scontro tra il Governo regionale (nelle persone del Presidente Musumeci e dell’Assessore alla sanità Razza) e quello locale (nella persona del Sindaco di Sant’Agata Militello Mancuso), al quale, con incredibile tempismo, hanno preso parte, con vari comunicati stampa, anche alcuni parlamentari regionali.
Scontro che riguarda la questione della “deroga” al numero dei parti per mantenere in vita il Punto Nascita, a seguito di una nota del Ministero della Salute a firma del Direttore Urbani: in particolare sulla necessità che essa venga richiesta da parte del Governo Regionale.
Stiamo assistendo, in questi giorni al classico esempio tutto italiano di scaricare la responsabilità, anziché di assumersela, e di puntare il dito, specie in periodo di elezioni, al fine di cavalcare l’onda populista del disagio, nella speranza che i cittadini, confusi più che mai, vengano fagocitati da una realtà distorta e volutamente travisata.
Non sono mancati negli ultimi giorni, così come in tutti i momenti di “fibrillazione” (in cui la questione balza per una qualche ragione agli onori della cronaca), interventi di politici locali e regionali che, nel maldestro tentativo di accaparrarsi consensi, fingendosi interessati alla questione, si fanno ex se portavoce dei diritti dei cittadini dei Nebrodi.
Interventi che però si scontrano, irrimediabilmente e senza tema di smentita, con i fatti.
Ed i fatti sono abbastanza chiari: mentre i cittadini hanno provato negli anni a far sentire la propria voce di protesta, e mentre taluni consiglieri di minoranza del Comune di S. Agata Militello hanno impugnato gli atti ed i provvedimenti che hanno depotenziato l’ospedale di S. Agata portando alla chiusura di reparti e punto nascita, il Governo locale ha assistito inerte alle scelte di politica regionale direzionate unicamente a ridurre il presidio di S. Agata Militello ad un mero pronto soccorso, con grave nocumento per tutti i cittadini del comprensorio.
In questo quadro, né il Sindaco di S. Agata Militello Mancuso, né l’Assessore regionale Grasso, né l’On.le Tommaso Calderone, a parte proclamare all’occorrenza il loro interessamento, hanno mai mosso concretamente un dito per fronteggiare il declino segnato dalle scelte regionali, in buona parte dovute allo stato di abbandono del presidio da parte dell’Asp di Messina e dei direttori generali di turno, gli ultimi tre, Sirna, La Paglia ed Alagna.
In questo quadro e con questa premessa il sottoscritto ha ritenuto di dovere presentare domanda di partecipazione all’audizione in Commissione Sanità, già richiesta dall’On.le Calderone, in soccorso del Sindaco Mancuso alle prese con uno scontro frontale con il Presidente Musumeci e l’Assessore Razza, nell’interesse dei ricorrenti che hanno impugnato dinanzi all’autorità giudiziaria, difesi dal sottoscritto e dall’avv. Filippo Alioto, i provvedimenti che hanno portato alla chiusura del punto nascita e tale richiesta richiama la battaglia giudiziaria che i consiglieri di minoranza ed alcuni comitati, hanno intrapreso a tutela dell’Ospedale di Sant’Agata e del Punto Nascita, per cercare di fronteggiare provvedimenti abnormi e gravemente lesivi del territorio.
La richiesta del sottoscritto, oltre a permettere che si discuta su fatti reali risultanti dagli atti, vuole evitare che l’audizione sia la solita inutile passerella e possa servire a focalizzare il problema e provare a risolverlo, una volta che, finalmente, Musumeci e Razza verranno resi edotti della portata del problema, fino ad oggi in qualche modo sottaciuto dai loro riferimenti politici nel territorio, in altre faccende affaccendati, specie nel seguire le vicende del reclutamento del personale assunto nelle Usca, in cui la Regione sta sperperando risorse che ben avrebbero potuto essere investite per mettere in sicurezza e potenziare i presidi ospedalieri in difficoltà, come quello di Sant’Agata Militello.
In questa battaglia, sia chiaro, la politica, ad ogni livello, è stata a guardare, pur quando avrebbe avuto l’obbligo di prenderne parte, e pertanto, rintonano di grave ingiustizia e mancato rispetto nei confronti dei cittadini, i comunicati che si leggono in questi giorni, specie in considerazione della delicatezza della questione, che ha anche mietuto una vittima, un piccolo bambino, ucciso dalle scelte politiche dell’ultimo ventennio.
La guerra politica tutta interna nel centro destra non può arrivare a strumentalizzare il problema della riapertura del Punto nascita e magari porre una pietra tombale su tale fondamentale servizio a tutela della salute dei cittadini e non vorremmo che lo scontro avviato da Mancuso nei confronti del Presidente della Regione sia frutto del possibile disegno risalente ai primi mandati di Mancuso di depotenziare il presidio Ospedaliero a vantaggio dell’Ospedalità privata. Mancuso, nella sua qualità di Sindaco, non ha mai impugnato un atto, tra i tanti posti in essere dalla Regione e dall’Asp, volto al depotenziamento dell’Ospedale di Sant’Agata ed ha sempre partecipato prono alle inutili passerelle del Direttore Generale di turno e dei rappresentanti del governo regionale, mentre oggi che Musumeci è a fine mandato porta l’attacco al Presidente e, quindi, butta la palla in Tribuna.
L’intera vicenda del Presidio Ospedaliero di Sant’Agata Militello, e soprattutto quella riguardante il reparto materno-infantile, può ben inquadrarsi in una casuale (??) cornice rappresentata dal progressivo depotenziamento del presidio di Sant’Agata Militello, di cui Mancuso è il principale responsabile, e dal contrapposto e correlato progressivo potenziamento del presidio ospedaliero di Patti.
Le scelte aziendali dell’ultimo ventennio, con la sola parentesi positiva dell’amministrazione Sottile in cui non si è perso un posto letto e/o una unità complessa, sono andate tutte in un’unica direzione: la perdita della centralità dell’ospedale di Sant’Agata Militello in favore dei presidi vicini, ed in particolare dell’ospedale “Barone-Romeo” di Patti.
A questo punto vi è da chiedersi quale sia l’utilità di comunicati a cui stiamo assistendo negli ultimi giorni in occasione dello scontro tra Governo locale e regionale, vi è da chiedersi, soprattutto, se e in che misura questa battaglia per salvare l’ospedale di Sant’Agata Militello vuole essere davvero combattuta, perché finora sul fronte non si è visto nessun politico e nessun amministratore locale che abbia esercitato il proprio potere a tutela della sanità del territorio.
Cittadini, comitati e consiglieri di minoranza si sono rivolti alla Magistratura Amministrativa e Civile, nella speranza di trovarvi giustizia, ma, a questo punto piuttosto che alimentare le contrapposizioni sarebbe auspicabile provare a fare l’ultimo disperato tentativo per trovare una soluzione tramite una interlocuzione costruttiva con Musumeci e Razza, piuttosto che cercare lo scontro per cavalcare il disagio dei cittadini.
In mancanza della risoluzione del problema del Punto nascita e del ridimensionamento dell’Ospedale di Sant’Agata, ai comitati ed ai consiglieri di minoranza del Comune di Sant’Agata non resterà altro che rivolgersi alla Magistratura Penale, perché inerzia, omissioni e/o abusi che hanno caratterizzato la gestione della sanità in provincia di Messina, negli ultimi anni, meritano di essere approfonditi, al fine di fare piena chiarezza e ricercare, oltre che sanzionare, le responsabilità di ciascuno.