Timbro: “Basta con il ponte sullo Stretto, da insularità e Pnrr occasione storica”
Si esulta nelle isole dopo la votazione a Montecitorio sulla proposta di legge di iniziativa popolare sull’insularità, con la quale la Camera ha approvato l’inserimento del principio nella Costituzione. Un voto che rappresenta una nuova fase. La modifica dell’articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento del grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità, consentirà il riconoscimento di diritti troppo a lungo ignorati e negati.
E se la capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars, Elvira Amata parla di “giustizia per i siciliani che in tanti anni si sono dovuti sobbarcare costi altissimi per il loro status di vivere in un’isola”, c’è chi va oltre e invita anche alla luce di questo risultato a rivedere posizioni stantìe sulle prospettive di sviluppo dell’isola.
“Il mare non è più un muro che separa ma un ponte che unisce” scrive in una nota il deputato del M5s, Alberto Manca.
E proprio sul concetto di ponte è intervenuta la deputata di Articolo Uno, Maria Flavia Timbro.
“La Camera ha votato una proposta di legge costituzionale che finalmente reintroduce il concetto di peculiarità delle isole e si preoccupa del superamento degli svantaggi che derivano dall’insularità – spiega la responsabile nazionale legalità e lotta alle mafie – Dopo l’erronea espunzione di ogni riferimento al Mezzogiorno e alle isole voluta dalla riforma del titolo V nel 2001, la Costituzione è tornata a cristallizzare non solo la collocazione geografica, geomorfologia di un territorio, ma anche l’inevitabile dislivello, la disparità sociale, economica, strutturale che da quella collocazione scaturisce e che rende ancora gli isolani diversi dagli abitanti del “continente”. Abbiamo l’opportunità, storica, di dire che queste terre meritano di più, di pretendere che siano valorizzate per le loro caratteristiche naturali, storiche e culturali. Ci aspetta la sfida del PNRR, la politica deve dimostrare di essere all’altezza di una terra che ha bisogno di risorse, investimenti, innovazione. Si dimostri all’altezza di questa partita, si dimostri di avere una visione, un progetto per questa terra, per questa città. Basta sventolare il tema del Ponte sullo Stretto di Messina come la soluzione a tutti i mali del mondo. Non contesto chi crede in certe battaglie e ritiene di condurle, ma non si racconti ai siciliani, ai messinesi che quella è la soluzione ai loro problemi perché non è vero. Non lo dico per ragioni ideologiche, lo dico perché la Sicilia e la nostra città hanno bisogno di ben altro. Hanno bisogno di seri interventi di promozione dello sviluppo sostenibile per una transizione ecologica che promuova un nuovo paradigma della presenza industriale nell’isola e crei le condizioni per crescita e lavoro. Hanno bisogno di investimenti strutturali nel settore del turismo, nelle infrastrutture primarie e secondarie, in nuna vera alta velocità, in aeroporti strategici, in una reale continuità territoriale, in un grande piano contro il dissesto idrogeologico. Questo è il tempo di darglieli”.