RispettoMessina: “Chi fermerà il degrado nel centro storico?”
Il comitato “Centro Storico Vivibile”, del gruppo di iniziativa civica “RispettoMessina”, denuncia l’inadeguatezza delle normative per contrastare il degrado nel centro storico cittadino.
Fra le diverse eredità negative lasciate dalla cessata Amministrazione Comunale va annoverata anche la mancanza di iniziative per affrontare il degrado del centro storico cittadino, che, in questi ultimi anni, si è andato sempre più aggravando. Un degrado che presenta vari aspetti quali: il traffico caotico con il passaggio anche di mezzi pesanti e di Tir, con relativo inquinamento ambientale ed acustico; impianti semaforici predisposti solo per le esigenze degli automobilisti e non dei pedoni; l’incuria e la sporcizia riscontrabili in molte vie del centro; le pessime condizioni delle strade per i vari lavori di scavo e piene di buche; i marciapiedi dissestati e divelti o totalmente occupati da arredi e dehors o da officine ed autolavaggi, che ne impediscono la fruibilità soprattutto alle persone diversamente abili; la mancata tutela di beni architettonici e monumentali sottoposti, in alcuni casi, ad una sorta di assedio; la mancanza di spazi di ricreazione per il tempo libero ad eccezione di locali e ritrovi proliferati senza un minimo di logica o di pianificazione.
Ma oltre a tutto ciò c’è anche un altro fattore negativo che ha avuto una recrudescenza negli ultimi mesi, nonostante ci si trovi ancora in un periodo di emergenza sanitaria e la diffusione dei contagi sia continuata e continui nella nostra città facendo riscontrare dati preoccupanti.
E ci riferiamo all’assoluta mancanza di regole e di interventi per farle rispettare ed alla assoluta latitanza di chi aveva il dovere di intervenire per quel che riguarda gli aspetti degenerativi della cosiddetta movida, che ormai si svolge per tutti i giorni della settimana.
Per cui, grazie al lassismo colpevole, i cittadini residenti soprattutto in alcune aree del centro storico debbono subire l’impatto invasivo e dannoso di eventi musicali dal vivo con relativa potente amplificazione, o dj set in mezzo alle piazzette davanti a locali che si trasformano, illegalmente, in discoteche all’aperto a pochi metri dalle abitazioni.
Eventi con musica che si protraggono, talvolta fino a notte inoltrata, e che sono causa di assembramenti, in cui non vengono rispettate le misure di sicurezza anti Covid, violando così le normative vigenti.
Ma questo avviene perché per un lungo periodo non è stata considerata in vigore alcuna ordinanza sindacale tesa a regolamentare la tipologia e gli orari consentiti per la diffusione di emissioni musicali all’esterno dei locali, e perché non esiste alcuna determinazione che stabilisca gli orari di chiusura univoci per determinati esercizi e locali, che, così, rimangono aperti anche fino alle quattro o cinque di mattina, attirando una tipologia di frequentatori chiassosi, incivili e rissosi.
Ma qualsiasi tipo di ordinanza a nulla potrebbe valere se non dovesse essere accompagnata da controlli costanti e non episodici (e non solo su richiesta dei residenti esasperati) da parte di un gruppo interforze costituito dalle varie forze dell’ordine; anche perché il mancato rispetto di certe regole di convivenza civile che conduce al disturbo o alla impossibilità del riposo notturno, causato anche dagli schiamazzi indecorosi di certa clientela, o alla somministrazione di alcolici ai minorenni o alla induzione alla ubriachezza, costituiscono anche violazioni di leggi sancite dal Codice Penale.
Auspichiamo quindi da parte del Prefetto e, soprattutto, da parte del Commissario Straordinario del Comune di Messina interventi atti a stabilire le regole e la loro osservanza che, nel contemperamento delle esigenze degli esercenti e dei cittadini residenti, non guardino e tutelino solo, come è stato fatto fino a qualche giorno fa, gli interessi economici di certi gestori di locali ma anche, e soprattutto, il diritto inalienabile alla tutela della salute (perché un certo tipo di impatto acustico invasivo procura a lungo andare danni biologici) delle migliaia di cittadini residenti nel centro storico, la cui voce, fino ad ora è rimasta inascoltata.