Misura interdittiva per il messinese Felice Genovese: Terremoto giudiziario scuote l’Ast, l’azienda siciliana trasporti
Un terremoto giudiziario scuote l’Ast, l’azienda siciliana trasporti, un carrozzone in mano alla politica. Fra appalti assegnati agli amici e assunzioni pilotate da alcune stanze della Regione. Questa mattina, è finito agli arresti domiciliari il direttore generale, Andrea Ugo Fiduccia. L’inchiesta del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, coordinata dal pool diretto dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, ha fatto scattare anche otto misure interdittive. Sono stati sospesi per un anno Gaetano Tafuri, fino all’inizio di febbraio era il presidente del consiglio di amministrazione dell’Ast; poi, il revisore contabile Felice Genovese, messinese, e il componente dell’Ufficio legale e affari generali Giuseppe Carollo. Per un anno non potranno invece contrarre con la pubblica amministrazione gli imprenditori Alessio Porzi (amministratore di fatto della Porzimark di Cannara, Perugia), Alberto Carrotta e Massimo Albanese (amministratore di fatto e referente della società Officine del turismo), Mario Salbitani e Giuseppe Telesca (referenti della società In.Hr. Agenzia per il lavoro, di Potenza).
L’indagine del nucleo “Pef” guidato dal colonnello Gianluca Angelini contesta adesso a vario titolo i reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, falso ideologico, frode in pubbliche forniture e truffa ai danno dello Stato. “L’inchiesta ha fatto emergere un collaudato modus operandi illecito posto in essere dai vertici della società per azioni partecipata dalla Regione, che veniva gestita come fosse un’azienda privata - spiega il generale Antonio Quintavalle Cecere, il comandante provinciale della Guardia di finanza - in dispregio delle norme di legge che devono orientare le procedure di un organismo pubblico”.
Irregolari sarebbero diverse procedure di appalto: quelle per l’acquisto di pneumatici e per l’approvvigionamento di autobus aziendali.
Nel corso delle indagini emergerebbero condotte corruttive nei confronti del direttore generale dell’azienda, il quale, secondo quanto ipotizzato, avrebbe conferito illecitamente l’incarico di revisore contabile al messinese Felice Genovese, il quale, in cambio, - secondo l'accusa - avrebbe omesso la rilevazione di irregolarità contabili in grado di inficiare l’attendibilità dei bilanci della società pubblica; in cambio di vantaggi, tra cui la promessa dell’assunzione di propri familiari, avrebbe commesso atti contrari ai doveri del proprio ufficio, tra cui la predisposizione di una procedura di gara per la fornitura di servizi per lo startup di una compagnia aerea, del valore di 2.150.000 euro, al fine di consentirne l’aggiudicazione a una società appositamente individuata grazie a requisiti «ritagliati su misura».
Nel corso delle indagini è emersa pure una truffa da 3,2 milioni di euro commessa dai referenti di una società che si occupava della bigliettazione elettronica: secondo l’accusa, non aveva i titoli per svolgere il servizio. Una frode in pubbliche forniture è contestata invece all’agenzia di lavoro interinale che ha gestito numerose assunzioni all’Ast: “Sarebbero state influenzate da logiche di natura politica piuttosto che dalle effettive necessità aziendali”, contesta la procura.