OPERAZIONE “TEKNO”: Chieste 55 condanne, con pene di 5 e 4 anni per dirigenti e funzionari, di 3 anni e 4 mesi per i funzionari
Si avvia verso la conclusione in primo grado il maxiprocesso sulla terza tranche dell’operazione “Tekno” della Dia sugli incentivi progettuali “gonfiati” al Cas tra il 2012 e il 2013, che nell’aprile del 2017 provocò un vero terremoto giudiziario al Consorzio, con la sospensione dalle funzioni di sei dirigenti.
Ieri mattina – come scrive oggi Gazzetta del Sud – all’aula bunker del carcere di Gazzi, nel giorno dedicato alla requisitoria dell’accusa i pm Annamaria Arena e Stefania La Rosa hanno chiesto ben 55 condanne, tra 5 anni e 3 anni e 4 mesi di reclusione, per dirigenti, funzionari e dipendenti che sono imputati nel procedimento per peculato e falso (di quest’ultima accusa rispondono solo alcuni dirigenti, i dipendenti sono stati tutti prosciolti in udienza preliminare). Subito dopo si sono registrati gli interventi dei legali di parte civile e sono iniziate anche le arringhe difensive, che proseguiranno anche oggi, mentre l’atto finale per la sentenza è previsto per il 17 dicembre.
Gli imputati
Ecco i nomi dei 55 tra dirigenti apicali, funzionari e dipendenti del Cas che sono stati a suo tempo rinviati a giudizio dal gup Militello al termine di una vera e propria “maratona giudiziaria” che fu l’udienza preliminare, e che oggi sono coinvolti nel processo davanti al collegio penale presieduto dal giudice Letteria Silipigni.
Si tratta di: Cigno Carmelo, Indaimo Carmelo, Frisone Letterio, Lanteri Antonio, Liddino Antonio, Magnisi Stefano, Magro Corrado, Puccia Angelo, Sceusa Gaspare, Schepisi Alfonso Edoardo, Sidoti Anna, Spitaleri Antonino Francesco, Arnao Giovanni, Arrigo Baldassare, Bernava Agostino, Bongiorno Francesca, Branca Amedeo, Campanino Orazia, Cannatella Antonino, Carbone Anna Maria, Cicero Lucia, Ciraolo Baldassarre, Crisafulli Costantino, Currò Paolo, D’Amico Santo, D’Arrigo Antonino, Finocchiaro Amedeo, Giaimo Giovanni, Giardina Francesco, Giordano Giacomo, Irrera Vincenzo, La Corte Antonino, Lania Giovanni Nicola, Lanzafame Giuseppe, Lo Nostro Maria, Lo Turco Mario, Maddocco Ernesto, Mamazza Antonino, Martorana Serafina, Mifa Clorinda, Offerente Alberto, Perone Domenico, Pintaudi Carmelo, Potenzone Giuseppe, Rotondo Giuseppe, Scorza Filadelfio, Sottile Angelo, Urso Pietro Antonino, Uscenti Giovanni, Vinci Barbara, Zampogna Walter, Zumbino Salvatore Paolo, Rinauro Paolo, Calderone Mariano Giuseppe, Gazzara Antonino.
Le richieste dei pm
I sostituti Annamaria Arena e Stefania La Rosa ieri hanno depositato agli atti una lunga requisitoria scritta, di circa 80 pagine, in cui hanno ricostruito l’intera vicenda e differenziato le varie posizioni secondo l’accusa (in passato ci fu anche una “specificazione” del capo d’imputazione da parte dei pm). A conclusione del loro intervento hanno chiesto ai giudici solo tre tipologie di condanna. Eccole: «5 anni di reclusione per Magro, Cigno, Frisone, Sceusa, Schepisi; 4 anni di reclusione per Lanteri, Magnisi, Puccia, Sidoti, Indaimo, Spitaleri, Liddino; 3 anni e 4 mesi di reclusione per i restanti imputati».
Tra gli imputati è stato coinvolto una seconda fase anche l’ex commissario straordinario del Gas, l’avvocato messinese Nino Gazzara, che in passato è stato anche vice presidente. In questo caso risulta imputato per l’ipotesi prevista dall’art. 361 c.p. ovvero per ‘omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale’, ma nelle richieste finali di pena depositate agli atti il suo nome non compare.