LADY SANITA’: Le intercettazioni dell’ex dirigente Asp Fazio, “Devi essere scaltro per lavorare in questo ambiente”
Le commesse di una nota gioielleria del centro di Messina ricordano bene la signora Mariagiuliana Fazio, ma non sapevano che fosse un’importante dirigente dell’Asp. Pensavano piuttosto fosse la dirigente dell’Istituto ortopedico del Mezzogiorno. «Veniva nel periodo di natale a scegliere una serie di regali – hanno raccontato alla Guardia di finanza – poi si presentava un incaricato della clinica a pagare e a ritirare». Erano tanti regali: anelli e orecchini, soprattutto. «Regali costosi. Cinquecento, mille euro. Non chiedevano fatture». Per la procura di Messina è la prova della infedeltà della dottoressa Fazio, che all’interno dell’Asp ha svolto per anni un incarico molto delicato, quello di responsabile del Nucleo operativo di controllo, l’ufficio che avrebbe dovuto passare al setaccio le richieste di rimborso delle cliniche convenzionate. Ora, l’accusano di aver chiuso un occhio, anzi due.
L’inchiesta ha svelato una maxitruffa da tre milioni di euro, a tanto ammontano i rimborsi gonfiati per sette cliniche messinesi. Per tre imprenditori è scattata anche la sospensione dell’attività, per quattro mesi. Sono Emmanuel Miraglia, rappresentante legale della Cappellani Giomi spa (avrebbe ricevuto 423.934 euro in più); Domenico Francesco Chiera, della casa di cura “C.O.T. Cure ortopediche traumatologiche” (364.415 euro in più) e Gustavo Barresi, della Casa di Cura Villa Salus (655.063 euro in più). Gli indagati sono 25, 14 appartengono all’ex ufficio della dottoressa Fazio, andata di recente in pensione, questo le ha evitato una misura cautelare, spiega la Finanza. E’ accusata anche di corruzione.
«Ci siamo trovati di fronte a un dato estremamente allarmante – hanno messo nero su bianco gli investigatori del nucleo di polizia economico finanziaria in un comunicato - lì dove si consideri che sono state oggetto di disamina soltanto 723 cartelle cliniche: di queste ben 591 presentavano anomalie, con una percentuale d’incidenza pari all’81,74 per cento, tanto da indurre il giudice del Tribunale di Messina a ritenere l’esistenza di una forma di radicata connivenza tra controllore e controllato». Insomma, c’era un sistema. La filosofia di lady sanità è nelle parole al figlio, dipendente di una società di cura coinvolta nell’inchiesta, la “Giomi”, a cui fanno capo due cliniche, la “Cappellani” e la “Iomi Franco Scalabrino”: «Devi essere scaltro, tu sei troppo ancora ragazzino, Davide tu sei troppo… deve essere un po' figlio di buttana per lavorare in questo ambiente – così gli diceva - Eh, mammina, eh, eh, eh, io li conosco bene. Devi essere figlio di buttana».
La donna voleva che il figlio facesse carriera. Per questo aveva telefonato a un dirigente del gruppo: «Davide è un po' demotivato e mi dispiace – gli aveva detto – lui vorrebbe portare avanti del progetti, ma sembra che non interessi». Qualche tempo dopo, era il 25 giugno 2019, Miraglia chiamò la dottoressa Fazio per lamentarsi di un’ispezione. Lei ne approfittò per dirgli: «Senti, ma che gli ha combinato a mio figlio? E’ un po’ mortificatello… lo sai che ci tiene… incoraggialo, dai per favore… dai, ti prego, ti prego… tu lo sai, lui fa i tuoi interessi». Miraglia replicò: «Ma lo so bene». La donna insisteva: «Mi prometti che te lo chiami? Che lo incoraggi e lo gratifichi? Stai tranquillo… come faccio io con te». Risposta: «Ma sì, dai, lo coccolo oggi».
La dirigente era sempre a disposizione quando il rappresentante della casa di cura aveva bisogno. Un giorno, ci fu un problema con i sindacati, che lamentavano l’assenza di ausiliari nella clinica Cappellani durante la notte. Anche questa volta, la dottoressa Fazio sistemò tutto, in modo da disinnescare qualsiasi guaio ulteriore. «Poi ti volevo dire – spiegò al figlio, e intanto rideva – Miraglia, grande afflato… e certo dopo quello che gli ho fatto… ho fatto una lettera favolosa che ora ti mando… per un problema che aveva». Scrive il gip: «Si è accertato che la dirigente, accogliendo la sollecitazione di Miraglia, si sia adoperata al fine di edulcorare gli esiti dell’ispezione condotta presso la casa di cura, inducendo i funzionari preposti alla verbalizzazione ad omettere di segnalare la rilevata carenza di personale ausiliario in orario notturno, in violazione di quando disposto a riguardo nello schema dei requisiti delle case di cura».
L’inchiesta dice che lady sanità sarebbe riuscita ad ottenere anche due assunzioni: per un infermiere, compagno di una sua collaboratrice, presso la casa di cure “C.O.T.”; e per un’amica amica, a Villa Salus. RASSEGNAWEB - FONTE: Articolo di Salvo Palazzolo da palermo.repubblica.it/