Il Cortile Teatro Festival conclude la sua stagione con “Beckett on Tourette”, stato dell’arte ai tempi della pandemia
Sono passati tre mesi (lo spettacolo inaugurale, “Quadri di una rivoluzione” di Tino Caspanello è andato in scena il 29 giugno) e il Cortile Teatro Festival, edizione del decennale, si avvia alla conclusione, affidata a “Beckett on Tourette”, che il gruppo VRAB Picturesdefinisce «uno spettacolo di semi-varietà tragi-comica».
Appuntamento lunedì 20 settembre nell’Area Iris, uno spazio che si è rivelato prezioso per il teatro estivo della città. In scena Giovanni La Fauci, musicista, regista e scenografo, e Lucilla Mininno, attrice, regista e autrice pugliese (attualmente ancora in tournée con Monica Guerritore). Con loro Francesco Zecca nel ruolo sospeso di Tizio E.
Lo spettacolo si riallaccia idealmente alla premiata serie di video “Dialogo contro il naufragio” e parte da una delle più ricorrenti citazione di Samuel Beckett: «Quando si è nella merda non resta che cantare». Sicuramente questo è un momento storico in cui può essere molto utile cantare, anche se, forse (ce lo dirà lo spettacolo) alcune conseguenze sono inevitabili, visto che il titolo contiene il nome (Tourette) di una sindrome neurologica che provoca tic involontari.
«Ai tempi di una pandemia – si legge nelle note della produzione – che ha spinto le persone a rinchiudersi in casa per paura di contrarre il virus, in pochi, proteggendosi con guanti, mascherine e disprezzo sociale, trovano il coraggio di uscire per continuare a partecipare alla vita. È così che La Donna si ritrova completamente sola nello studio televisivo in cui da anni viene registrata la nota trasmissione “Cosa è successo ad un certo punto?”. Il suo compito è intervistare un ospite famoso con cui sviscerare un’urgente questione d’attualità, “Cos’è successo al mondo dell’Arte, dagli anni ’80 ad oggi?”. Durante la puntata, però, le cose non vanno esattamente come dovrebbero…».
La regia è di Lucilla Mininno, mentre La Fauci firma anche scenografia (con Simone Di Blasi), costumi (ancora con Mininno) e musiche (ancora con Di Blasi e poi Claudio La Rosa e Giovanni Brancati). Luci di Stefano Barbagallo, coreografie di Gaia Gemelli.