Cateno De Luca: «Io candidato contro la “sciagura” Musumeci, a febbraio mi dimetto da sindaco di Messina»
La notizia arriva quasi alla fine ma per molti era scontata. Cateno De Luca ha annunciato a Palazzo dei Normanni che si candiderà alla presidenza della Regione e dunque a febbraio si dimetterà da sindaco di Messina.
«Ribadisco per l’ennesima volta – ha detto - che sono candidato a governatore in Sicilia, non faccio il gambero. Dall’Assemblea di Sicilia Vera, dell’1 e 2 ottobre a Taormina, capiremo se saremo soli facendo un favore al centrosinistra o magari con noi ci sarà qualcuno dell’opposizione».
E nell’annunciare la sua candidatura non ha lesinato critiche aspre all’attuale presidente: «Inizio mio percorso chiedendo scusa ai siciliani, la Sicilia non si meritava la sciagura Musumeci, che ho contribuito a fare eleggere, dopo il disastro Crocetta. E neppure Gaetano Armao “meravigliao”, un fanfarone sotto il profilo politico e contabile. C'è una Regione che funziona solo tre mesi l’anno per la manovra finanziaria approvata tra l’altro sempre dopo l’esercizio provvisorio, il resto dei nove mesi non si sa cosa faccia. Io il bilancio a Messina lo approvo a dicembre. A febbraio mi dimetterò da sindaco per cominciare a governare»
«Oggi consegnerò – ha aggiunto - a Gianfranco Miccichè il documento “vertenza città di Messina” che potrebbe essere anche vertenza Palermo o vertenza Catania perché per il 90% sono problemi che gli enti locali hanno con la Regione e con questo governo. Qui c'è un vulnus: dirò a Miccichè, con cui mi lega una lunga amicizia, che questo documento è uno sfratto anche per lui. Non è pensabile che un presidente del Parlamento consenta che un governo non porti a compimento le leggi che approva l’Assemblea. Se guardiamo le finanziarie approvate, il 90% di tutto il lavoro fatto nelle commissioni parlamentari non sono attuate dal governo. Le leggi si devono applicare - ha detto - siccome c'è il “babbio” di chi deve fare fuori Musumeci, non mi interessa nulla. Dopo che ho scoperto nell’inchiesta su Ruggero Razza di come dovevano mettermi il bavaglio, sono incompatibile con questo mondo, con queste istituzioni che pensano di fare fuori gli avversari politici».