
Funerali di Sara Campanella, l’arcivescovo: “La violenza ha la forza distruttiva di una bomba all’idrogeno”
“Chiunque è violento non sa che la violenza ha la forza distruttiva di una bomba all’idrogeno: provoca una deflagrazione a cascata”. Così l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, nell’omelia in occasione dei funerali a Misilmeri di Sara Campanella, la 22enne uccisa a Messina da un collega di università, Stefano Argentino, reo confesso. La chiesa è gremita e non è riuscita a contenere tutte le persone accorse per dare l’ultimo saluto alla giovane massacrata con cinque coltellate. Tra la folla molti giovani e anche bambini con cartelli contro la violenza sulle donne.
“Nel costato di Cristo, aperto e trafitto con violenza, entrano tutti i cuori lacerati dalla violenza – ha aggiunto il presule davanti alla bara bianca dell’ennesima vittima di un femminicidio-. I cuori lacerati dei familiari di Sara. I cuori di noi tutti. Non abbiamo parole da darvi, sorelle e fratelli. Solo un Corpo, un Cuore, dentro il quale piangere il dolore senza fine della vostra e nostra ‘piccola’ Sara. Ma il cuore di Cristo attende anche il dolore – che deve essere dilaniante – e il pentimento, a caro prezzo certamente, di coloro che provocano violenza”. Ai funerali sono presenti il presidente della Regione Renato Schifani, accompagnato dal deputato Gaspare Vitrano. Presenti anche i sindaci di Messina, Federico Basile, e di Misilmeri Rosario Rizzolo, oltre ai vertici delle forze dell’ordine.
“L’amore non uccide. È assurdo. Nel corpo di Sara piangiamo il destino dell’umanità quando essa sceglie la violenza, la morte. Non ci sono parole per consolare il vostro strazio, cari genitori. Siamo in silenzio con voi. E vi doniamo le nostre lacrime. L’intera famiglia umana oggi piange Sara. E noi qui, stamattina, anzitutto la consegniamo ad un Corpo che è stato anch’esso martoriato e ucciso: il Corpo crocifisso di Gesù di Nazareth. Ucciso con violenza da uomini che non sapevano quello che facevano”. “Sara è stata strappata: tu mamma Cetty, tu papà Alessandro, tu Claudio suo amato fratello. Voi suoi amici – ha aggiunto Lorefice – Solo nostro Signore, che è morto trafitto nell’abbandono della croce, dopo aver squarciato con un grido il silenzio del Padre, solo Lui sa come starvi vicini. In silenzio. Accogliendo il vostro silenzio e il vostro grido, la vostra ribellione e la vostra disperazione. Il vostro desiderio di riabbracciare per sempre Sara. Di comunione eterna, che solo Dio può dare”.