7 Aprile 2025 Attualità

Angela Gentile Manca bandita dalla sua terra: la storia degli infami e dei loro veleni

di Luca Grossi - Avvelenarla, ma a che scopo? Ucciderla? Farla andare via? Vendetta? ‘Semplice’ sadismo?
Quali che siano stati gli scopi di questa banda di infami non è dato sapere. Ad Angela ora rimangono solo le ferite, il sapore amaro di una giustizia negata e una lunga strada da percorrere, lontano dalla sua terra, la Sicilia; terra di martiri e di dannati. Per cacciarla hanno usato fumi velenosi, acidi, che bruciano la gola, tanto da impedirle di bere un semplice bicchiere d’acqua. E poi la stanchezza, le notti insonni passate a pregare che quell’incubo finiva il prima possibile. Con lei, l’immancabile cane Argo, anch’esso testimone diretto di questi giorni infernali.

La disperazione di Angela cresceva con la solitudine; attorno a lei solo terra bruciata, per paura, vigliaccheria, incredulità (c’è chi non gli ha creduto e l’hanno presa per pazza).
Alla fine la decisione di lasciare Barcellona Pozzo di Gotto per sempre.

Una città che resterà per sempre legata all’amara storia dell’omicidio di suo figlio, il famoso urologo siciliano Attilio Manca, trovato morto nel suo appartamento a Viterbo il 12 febbraio 2004. Per più di 21 anni Angela ha raccontato la verità sull’assassinio e, forse, qualcuno, aveva deciso che era arrivato il momento di farla tacere per sempre. Ha parlato per anni di omicidio di mafia - la stessa commissione antimafia le ha dato ragione - così come di connivenze con uno Stato sempre più grigio. Ha dichiarato per anni che suo figlio non era “il drogato”, “l’eroinomane”, il medico che si era ucciso. Anche qui, una sentenza alla fine le ha dato ragione.

Eppure la verità dopo tanti anni non è ancora incompleta. Quindi cosa fare di questa madre coraggio che non smette mai di parlare? Meglio eliminarla, ma senza sporcarsi le mani. Gli assassini avranno pensato questo il 22 marzo scorso, come riportato da lei stessa in un post su Facebook.
Un’ennesima persecuzione, figlia di tante altre. L’agonia era iniziata nel lontano 2011, al tempo il marito, Gino Manca, era ancora in vita. La sua morte avvenne il 19 agosto del 2024; anche all’ora la casa dei Manca era piena di fumi velenosi. Per i malori accusati i coniugi si erano recati più volte al pronto soccorso per problemi respiratori: sensazione di bruciore alla gola, ai bronchi, al naso, labbra gonfie, occhi arrossati e lo stomaco che si stringe in uno spasmo insopportabile. Gli stessi sintomi di oggi.
Così come in passato non si è riusciti a individuare i responsabili.
Si tratta di gesti inconsulti di uno squilibrato?
La vendetta di un parente che non tollera più l’attenzione mediatica sul caso Manca?
O una evidente minaccia da parte di ambienti “ibridi” di Barcellona Pozzo di Gotto?
Una vicenda giudiziaria a tale proposito c’era già stata: Ugo Manca, il nipote di Angela, venne indagato per atti persecutori dalla procura di Barcellona. A settembre la faccenda si concluse ancora prima di cominciare: il giudice per le indagini preliminari Giovanni De Marco lo assolse "per non aver commesso il fatto”.

Come da tradizione barcellonese, molte domande restano ancora sullo sfondo e la verità e ben lungi dall’essere stata onorata.
Inoltre il quadro si arricchisce di alcuni elementi non certamente di peso sotto il profilo penale ma che la raccontano lunga, per chi ha avuto modo di conoscere a fondo la vicenda.
Gli atteggiamenti di Ugo Manca nei confronti di chi ha cercato di avere da lui qualche risposta in merito alla morte di suo cugino Attilio sono rimasi ben impressi nelle immagini televisive: Nel primo caso era stata Francesca Fagnani, nel 2014 inviata per la trasmissione di Michele Santoro “Servizio Pubblico” che, per la puntata del 24 aprile aveva realizzato un servizio accurato sul caso Manca.
In quell’occasione era riuscita ad avvicinare Ugo Manca, addirittura entrando a casa sua. Poi però lo stesso Ugo, di fronte all’osservazione della giornalista, sul fatto che sua zia, Angelina, fosse a tutti gli effetti la madre di un ragazzo ucciso, aveva avuto una reazione di stizza: “Cosa ha detto? Cosa ha detto? Si tratta di una overdose, punto e basta!”. E quando la giornalista lo aveva incalzato riferendosi all’intervento chirurgico al varicocele che Ugo Manca si era fatto fare da Attilio a dicembre del 2003: “Ma lei si faceva operare da un tossico? ...”, lui le aveva risposto con un rabbioso “lasciamo stare!” prima di spingerla letteralmente fuori di casa.
Successivamente era stato Gaetano Pecoraro che, nella puntata del 10 dicembre 2017 per “Le Iene”, aveva ugualmente tentato di porre una semplice domanda: “Qual è il suo ruolo nella morte di suo cugino”, gli aveva domandato l’inviato de “Le Iene”. Ugo Manca si era innervosito palesemente ed era scappato via in macchina; poi si era fermato, aveva accennato alla possibilità di un incontro allo studio del suo avvocato, per poi fuggire definitivamente facendo perdere le sue tracce.
Ora è Angela che non si farà trovare più.
Sono dietro di lei, le scatto una foto mentre cammina verso il Sole dell’Alba.
Vai Angela, vai.
Non voltarti.

FONTE: antimafiduemila.com