17 Marzo 2025 Politica e Sindacato

Asp Trapani, probabile la rimozione del messinese Croce

Pochi, pochissimi esami. Se è vero che l’Anatomia patologica dell’Asp di Trapani era in carenza di personale accumulando oltre 3300 esami istologici e 170 casi di tumore diagnosticati in ritardo, quel che è peggio è che i dirigenti medici in servizio effettuavano pochissime prestazioni, con numeri nettamente inferiori a quelli previsti dalla Siapec (la Società italiana di Anatomia patologica e di Citologia diagnostica), secondo la quale ciascun anatomopatologo dovrebbe eseguire almeno 2.500 diagnosi l’anno. L’esito dell’ispezione voluta dal governo regionale all’Asp di Trapani è pronta. Cinque pagine impietose, una lettura drammatica di una cattiva gestione che mette a rischio la vita di 170 pazienti trapanesi che daranno il via alle cure contro il carcinoma con un ritardo mai visto prima.

Gli ispettori regionali hanno rilevato che «i dirigenti medici anatomopatologi hanno eseguito, annualmente, un numero di diagnosi compreso tra circa 500 e 1.700, sia nel 2023 che nel 2024, numero notevolmente inferiore rispetto al target fissato». Inoltre, «emerge un evidente sottodimensionamento dei carichi di lavoro per ciascun dirigente medico anatomopatologo». Sono queste due delle otto contestazioni che la Regione ha mosso all’Asp, sotto la direzione generale di Ferdinando Croce. L’ultima, la numero 8, riassume proprio una cattiva gestione che non lascia scampo a sgravi di responsabilità: «Il macroscopico ritardo nella consegna dei referti, legato all’inadeguatezza della tempistica di refertazione, rappresenta un elemento cruciale, poiché ritardi in questo ambito possono compromettere il trattamento tempestivo e la gestione ottimale dei pazienti».

Adesso, sembra più che mai improbabile che la poltrona di Croce, sostenuto da Fratelli d’Italia, regga ancora al vertice dell’Azienda, anche se c’è chi vorrebbe mediare con una sospensione tra i 60 e i 90 giorni. Gli ispettori hanno ricostruito l’inizio delle criticità a ottobre 2023, quando era in carica il direttore sanitario pro tempore, Maria Grazia Furnari. «Mi erano stati segnalati ritardi di circa 90 giorni e altre problematiche per le quali avevo dato immediate disposizioni», afferma Furnari. Disposizioni comunque disattese dagli ospedali dell’azienda e finite nel dimenticatoio pochi mesi dopo, quando Maria Grazia Furnari a fine gennaio venne trasferita alla guida del Policlinico di Palermo. E il nodo cruciale è proprio qui. Se, come emerge dal dossier degli ispettori, «la direzione strategica, a suo tempo in carica, era a conoscenza fin dal mese di ottobre 2023, dei ritardi di refertazione oggetto dell’ispezione», come è possibile che Croce sia venuto a conoscenza del problema solo a luglio del 2024? Spetterà adesso al presidente della Regione decidere il da farsi. Renato Schifani sabato scorso ha tuonato che «fatti del genere non possono più verificarsi in Sicilia: non possiamo consentirlo, né lo consentiremo» e sul fronte sanità, già a gennaio 2025, non ha avuto affatto un atteggiamento morbido dopo il caso di un paziente morto a Villa Sofia a Palermo, portando alle dimissioni direttore sanitario e manager dell’ospedale del capoluogo. Un precedente che sembra già tracciare la strada di Croce, stando a quanto si legge nel dossier ispettivo.

Nella relazione emergono numerose criticità. «La nomina del direttore sanitario aziendale è avvenuta soltanto nel mese di settembre 2024 e non risultano atti relativi al coinvolgimento del responsabile del rischio clinico e qualità, in questa grave vicenda, da parte della nuova direzione strategica». Croce, dunque, ha operato per mesi senza un supporto strutturale adeguato. Inoltre, «durante la visita ispettiva del 3 marzo 2025, non è stata fornita alcuna evidenza documentale di linee guida o procedure adottate dal servizio di Anatomia patologica».