11 Febbraio 2025 Giudiziaria

Il ‘pizzo’ sui lavori a Fiumara d’Arte è prescritto, cadono anche le ultime condanne

Si chiude con la prescrizione delle accuse il processo in appello per Giuseppe Lo Re e la zia cartomante Isabella Di Bella, protagonisti dell’inchiesta Concussio sulle presunte estorsioni intorni ai lavori a Fiumara d’Arte, La Corte d’Appello di Messina ha riqualificato l’accusa di estorsione in tentata truffa e dichiarato il non doversi proceder per entrambi perché prescritto. Accolte quindi le tesi dei difensori, gli avvocati Giuseppe Serafino e Alvaro Ryolo, che avevano sostenuto come non ci fosse la minaccia, nel comportamento dei propri assistititi, La Corte ha anche revocato i risarcimenti concessi alle parti civili, le sigle anti racket Fai e Pio La Torre, mentre ha confermato i risarcimenti in sede civile al privato. Si chiude con altre due persone scagionate, quindi, anche questo ultimo residuo nato dall’inchiesta che nel 2019 portò allo scioglimento del comune di Mistretta. L’altro imputato, l’ex consigliere comunale di Mistretta Vincenzo Tamburello, era già stato assolto in Cassazione.

Il processo ter

Inizialmente Lo Re era stato condannato a 4 anni e 2 anni e mezzo a Di Bella, in secondo grado, con la conferma dell’accusa di estorsione e l’esclusione dell’aggravante mafiosa. La Corte di Cassazione nel 2023 ha rinviato, per la seconda volta, il processo ai giudici d’appello, chiedendo di riverificare la responsabilità dell’accusa di estorsione.

L’inchiesta sull’appalto per Fiumara d’Arte

L’indagine aveva al centro degli episodi qualificati come estorsione ad alcuni lavori in zona, in particolare il rifacimento di alcune opere di Fiumara d’Arte, l’esposizione permanente di opere d’arte contemporanee volute dal mecenate Antonio Presti, che costellano la zona a cavallo delle province di Messina e Palermo. L’appalto era gestito dal Comune di Mistretta attraverso un bando europeo.