
Stasera al Teatro dei 3 Mestieri: Menzu minutu. Dopo il successo dello scorso dicembre torna in scena il lavoro teatrale sul terremoto del 1908
Di Tonino Cafeo – Trentasette secondi. Tanto è durata la scossa di terremoto di magnitudo 7.1 che, alle 5.20 del 28 dicembre 1908, ha distrutto Messina e Reggio Calabria uccidendo metà della popolazione di Messina e un terzo di quella reggina. Mezzo minuto che da solo è bastato a sconvolgere la vita di intere comunità, lacerando i legami sociali, il tessuto della memoria,l’identità collettiva.
L’elaborazione di un simile trauma non è mai stata una cosa semplice, a partire dalla ricostruzione materiale delle due città, che per alcuni casi emblematici, vedi il teatro Vittorio Emanuele di Messina, si è trascinata fino a quasi ottant’anni dal sisma.
Solo in anni recenti il cinema, la letteratura e il teatro hanno contribuito a riannodare i fili della memoria e a mettere sotto gli occhi delle generazioni più giovani ciò che si pensava perduto per sempre. Basti pensare al film Cruel Peter di Christian Bisceglia oppure ai romanzi di Mario Falcone e Nadia Terranova, L’albanera e Trema la notte.
A portare sulle tavole del palcoscenico una storia legata al terremoto del 1908 ci ha pensato invece la generazione dei trentenni: quella che i luoghi comuni vorrebbero insofferente verso il passato e che invece a volte riserva piacevoli sorprese come Menzu minutu. Un lavoro teatrale scritto e diretto da Antonio Vitarelli e interpretato da Carla Scardino e Gaetano Mazza, che ha riscosso un notevole successo in prima assoluta durante le ultime festività natalizie al Teatro dei 3 Mestieri.
Menzu minutu si regge su un’idea semplice ed efficace: una coppia di sposi tipica della Messina di centosedici anni fa – non si sa come – si ritrova a rivivere nel mondo di oggi. È inverno , come nel fatidico ultimo giorno della vecchia città dello Stretto, e i due, superato il comprensibile smarrimento per l’improvviso salto nel futuro , tornano a casa carichi di doni per un misterioso ospite che deve venire a trovarli. Nel frattempo vivono le piccole cose della quotidianità: i battibecchi , gli equivoci, i ricordi. Condividono tutto questo con il pubblico con cui instaurano un dialogo in un crescendo emozionale che dalla farsa si sposta verso il racconto nostalgico fino all’esplosine del dramma che giunge a piccoli passi, attesa ma inaspettata, a dare il senso ultimo alla giornata vissuta dai due protagonisti.
Vitarelli, che ha studiato musical con Paride Acacia, ha fatto esperienza con il teatro di strada e si è esercitato sui testi di Eduardo de Filippo, ha messo nella scrittura di Menzu minutututte le suggestioni accumulate nei suoi anni di formazione: il surrealismo dei viaggi nel tempo, la rottura della quarta parete e l’interazione con il pubblico tipica degli spettacoli di piazza, infine la capacità di strappare risate senza perdere di vista il nucleo drammatico della vicenda raccontata. I dialoghi in dialetto messinese dei due protagonisti si mantengono su un registro colloquiale che arriva con immediatezza agli spettatori favorendo partecipazione e immedesimazione.
I tempi comici praticamente perfetti di Carla Scardino e Gaetano Mazza, in scena per un oretta senza mai perdere ritmo e tono, e la scenografia essenziale e rigorosa di Bruno di Sarcina e Davide di Stefano hanno fatto il resto. Menzu minutu fa ridere di gusto ma alla fine offre al pubblico l’occasione per farsi domande su come siamo stati e sul senso di appartenenza alla città e allo stretto di Messina.
Menzu Minutu, scritto e diretto da Antonio Vitarelli, in scena al Teatro dei 3 Mestieri sabato 8 febbraio alle ore 21.