Arresti per mafia a Messina: cosa nasconde il tappeto?
di Alberto Castiglione - Gli importanti arresti, 15 per la precisione, che in queste ore hanno scosso diversi ambienti tra Messina e Catania, suggeriscono a detta di chi scrive, che qualcos’altro si nasconde sotto la coltre di fumo mediatico che, una volta passata, farà come sempre dimenticare magicamente tutto. Un “altro” che potrebbe rivelare i contorni di un nuovo - e per certi versi più grosso - caso “Saguto 2.0”. Il personaggio chiave è il presidente dei commercialisti di Catania, Salvatore Virgillitto che è accusato “di aver contribuito senza farne parte agli scopi dell’associazione mafiosa”. Avrebbe tenuto un “comportamento servente e compiacente” verso “la famiglia Ofria”, scrive il gip che ha disposto gli arresti per 15 persone.
Le intercettazioni rivelano uno scenario inquietante: “No ma può essere che è la solita routine…”, è il 21 maggio del 2024 quando lo stesso Virgillitto prova a rassicurare i familiari di Salvatore Ofria, dopo che è stata consegnata loro la relazione conclusiva del giudice per le indagini preliminari. Apparentemente, solo apparentemente, niente di strano: il problema è che Virgillitto, presidente dell’ordine dei commercialisti di Catania, è l’amministratore giudiziario dell’impresa di Salvatore Ofria, considerato esponente di vertice della cosca mafiosa dei barcellonesi, nella costa tirrenica del Messinese, e questo è un problema enorme.
Quell’impresa, intestata a Carmela Bellinvia, madre di Ofria, è stata sottoposta a sequestro e confisca nel 2011 ed è stata data dallo Stato in gestione al presidente dei commercialisti catanesi, già da quell’anno. Eppure, secondo quanto emerge dalle indagini della procura di Messina, guidata da Antonio D’Amico, la gestione di Virgillitto consente ai parenti del boss barcellonese di muoversi all’interno dell’azienda senza problemi, con loro infatti intrattiene rapporti quotidiani e informali. Si tratta di un’impresa che a Barcellona Pozzo di Gotto, comune costiero noto per la forte presenza mafiosa, gestisce lo smaltimento di rifiuti urbani di rifiuti speciali e la rottamazione di veicoli.
Virgillitto avrebbe tenuto un “comportamento servente e compiacente” verso “la famiglia Ofria”, così scrive il gip, Salvatore Pogliese. Le indagini del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, condotte dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, i sostituti Antonella Fradà, Fabrizio Monaco, Francesco Massara, attraverso intercettazione e registrazioni video, hanno svelato come la società confiscata fosse di fatto gestita ancora dalla famiglia Ofria. Ma non solo, Virgillitto aveva assunto dall’1 gennaio al 13 marzo 2018 Nunzio di Salvo, figlio di uno dei boss storici della famiglia dei barcellonesi, ovvero Salvatore Di Salvo, detto Sam, ristretto al 41 bis dal 2011.
Le indagini in sostanza hanno fatto emergere come a Barcellona Pozzo di Gotto, definita in passato come la nuova Corleone, “un’azienda confiscata ad una organizzazione operante appunto nel Barcellonese sia stata gestita senza soluzione di continuità dalla stessa organizzazione a cui era stata sottratta”, ha detto il procuratore, Antonio D’Amato.
Un tappeto polveroso che siamo sicuri nasconda altro, solo questione di tempo…