20 Dicembre 2024 Politica e Sindacato

E Salvini tenta il blitz: via libera al Ponte entro la fine dell’anno. Blinderebbe le penali

Di Carlo Di Foggia - Il 23 dicembre 2009 il governo Berlusconi pose in pompa magna “la prima pietra del Ponte sullo Stretto di Messina”, senza un progetto approvato, spedendo in Calabria il ministro Altero Matteoli (il Cav era convalescente dopo l’aggressione in piazza Duomo a Milano) a inaugurare la leggendaria variante di Cannitello: 26 milioni spesi per far spazio a un pilone mai costruito. Quindi anni dopo Matteo Salvini vuole superare il maestro facendo approvare il progetto del ponte entro la fine dell’anno. L’ipotesi circolata nelle ultime ore è ardita: far riunire il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipess) il 27 dicembre, ma non è detto che il blitz riesca. “Stiamo facendo valutazioni tecniche, ne sapremo di più tra qualche giorno”, fanno sapere dal ministero delle Infrastrutture. Il Mit cerca di correre nonostante i dubbi dei tecnici per un’evidente forzatura record. Nei giorni scorsi ha chiesto ai partecipanti alla Conferenza dei Servizi, tra cui i Comuni dell’area dello Stretto, quasi tutti contrari all’opera, di confermare l’ultimo verbale della conferenza che vorrebbe chiudere oggi, ma forse potrebbe slittare alla prossima settimana. Al momento una riunione Cipess non è stata ancora fissata. Il fatto che il 27 per mezza Italia partirà il ponte di fine anno, rende il tutto più grottesco.
Ieri i comitati anti-ponte hanno depositato il ricorso al Tar contro il parere positivo della Commissione Via, mossa già fatta dai Comuni di Villa San Giovanni e Reggio Calabria. Le contestazioni sono molteplici, dalla gran mole di prescrizioni (oltre 60) chieste dalla commissione. Chiusa la Conferenza dei servizi, il Cipess è l’epilogo della corsa avviata quasi due anni fa da Salvini per far rinascere l’opera. Nei giorni scorsi il ministero ha blindato la parte finanziaria, interamente a carico dello Stato, aumentando di 2 miliardi lo stanziamento per l’opera con un emendamento in manovra, portandolo da 11,6 a 13,6 miliardi. Buona parte dell’aumento arriva saccheggiando brutalmente il Fondo di sviluppo e coesione (per l’80% vincolato al Sud) che perde circa 6 miliardi, 1,6 dalla quota spettante a Calabria e Sicilia; ma a pagare sono anche Comuni che perdono 1,5 miliardi di fondi per la manutenzione delle strade. La mossa ieri ha fatto infuriare l’Unione delle province, che ha definito “gravissima” la decisione del ministero, ma anche l’Anci. L’emendamento prevede che le risorse siano finalizzata “all’approvazione del progetto al Cipess entro il 2024”. A presiedere il comitato, peraltro, è Giorgia Meloni.
Con questo blitz Salvini si è assicurato almeno la copertura finanziaria per un’opera che due anni fa, nel Documento di Economia e Finanza, è stata preventivata 14,5 miliardi, un costo quasi quadruplicato rispetto alla gara vinta dal consorzio Eurolink, capitanato oggi da Webuild, per 3,9 miliardi. Il via libera del Cipess blinderebbe il contratto fermato nel 2013 dal governo Monti, che verrebbe così resuscitato con le relative penali. Nel 2013 Webuild&C. hanno fatto causa allo Stato chiedendo 700 milioni di risarcimento, ma in primo grado hanno perso anche perché il progetto definitivo non fu mai approvato. Ora verrebbe siglata la pace, con annessa penale miliardaria da oltre un miliardo, legando le mani in futuro a qualsiasi governo. Si vedrà se a Salvini riesce questo colpo nelle festività natalizie.